Lavoro

Storia di donne: Flavia, leadership e inclusione al femminile

Flavia Rita Gentile, manfredoniana, classe 1985, lavora in Rete Ferroviaria Italiana – Gruppo FS e oggi riveste un ruolo di responsabilità nella Direzione Produzione dell’azienda. Di cosa ti occupi esattamente?

In azienda dal 2010, attualmente sono responsabile della struttura di ingegneria di RFI nella sede di Ancona. Lavoro nel mondo della manutenzione e mi occupo di rinnovo e potenziamento della rete ferroviaria.  Con il mio team e i colleghi della Direzione ci impegniamo per garantire la mobilità su ferro di persone e merci e la tutela del patrimonio ferroviario.  Considero il mio lavoro una missione al servizio del Paese, un impegno costante per 360 giorni l’anno, che mi accompagna nelle scelte lavorative, fortifica la passione e mi rende più determinata nel superare le sfide giornaliere.

Dopo la maturità classica hai scelto Ingegneria meccanica e oggi sei una delle dirigenti donne più giovani in RFI. Coordini un gruppo di circa 120 persone, prevalentemente uomini. Ti sei trovata a combattere contro stereotipi culturali?

La mia è una storia positiva di inclusione e valorizzazione. Da giovane laureata appena assunta in azienda affiancavo i miei colleghi, imparando dallo loro esperienza e professionalità. Mi hanno insegnato come gestire i cantieri, le imprese, le controversie, i contratti, fino al momento in cui sono diventata io stessa un punto di riferimento. Questo percorso di crescita mi ha portato in tante realtà territoriali diverse e ho avuto la fortuna di incontrare manager che hanno riconosciuto in me competenza e determinazione. Persone che hanno superato facilmente stereotipi che poco si addicono a una realtà aziendale competitiva e innovativa come quella delle società del Gruppo FS.

Sei stata una delle prime role model di Women in Motion, il progetto D&I nato nel 2016 dal Gruppo FS Italiane per promuovere la carriera delle donne nelle aree tecniche. Nei primi incontri di role modeling consigliavi alle studentesse che volevano intraprendere studi scientifici di non risparmiarsi mai e di mettersi in gioco con trasparenza e lealtà. Oggi com’è cambiato il tuo ruolo in azienda?

Dal 2016 ad oggi ho rivestito tanti ruoli. A 32 anni sono stata nominata dirigente per garantire la sicurezza e la regolarità dell’esercizio ferroviario presso l’Unità territoriale Nodo di Roma (Direzione Territoriale Produzione di Roma) e oggi sono responsabile di una struttura di ingegneria dell’azienda. Il mio percorso professionale, decisamente tecnico e spesso ancora ad appannaggio maschile, è la prova di quanto sia possibile fare la differenza e di quanto sia distintiva la competenza.

Cosa ti sentiresti di consigliare a una ragazza che vuole intraprendere una carriera come la tua?

Quello che vorrei trasmettere è un modello femminile che possa ispirare e dare coraggio nel superare stereotipi culturali ancora purtroppo presenti nella cultura di oggi. Stereotipi che intrappolano le energie femminili rendendo le donne meno libere di cogliere nuove opportunità lavorative. Incoraggio a pensare in grande al proprio futuro senza pregiudicarsi alcuna possibilità. Credere che studi tecnici e mestieri STEM siano esclusivamente per uomini significa rimanere dell’idea antica che li vede associati alla forza fisica e alla fatica. Invece oggi lo sviluppo delle tecnologie rende possibile abbattere queste barriere, questo passaggio culturale consente non solo di realizzare le ambizioni individuali ma di contribuire allo sviluppo del Paese attraverso la valorizzazione del talento che non conosce distinzioni di genere. Noi non possiamo permetterci come Paese di trascurare il 50% del talento italiano!

Hai da poco partecipato per il Gruppo FS Italiane al webinar inaugurale di 4 WEEKS 4 INCLUSION, iniziativa che vede 27 aziende per la prima volta insieme per un importante progetto di sensibilizzazione sui temi dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità. Cosa pensi si possa fare ancora per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro?
Il percorso è ancora lungo e prevede un cambiamento culturale che deve partire dalla scuola. Occorre ripensare in modo innovativo ai modelli scolastici e universitari, orientandoli all’insegnamento della parità di genere e all’inclusione di tutte le diversità. Il cambiamento culturale deve essere attuato a tutti i livelli organizzativi e ancor di più a quello manageriale, perché solo un clima inclusivo e positivo rende liberi di poter esprimere il proprio talento distintivo.

Da diversi mesi siamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale. Com’è cambiato il tuo lavoro?
All’improvviso mi sono ritrovata a gestire cantieri, attivazioni e processi da remoto con un team di risorse che ha saputo rimettersi in gioco adottando nuove modalità di lavoro. La pandemia in corso ci tiene forzatamente distanti, ma senza impedirci di lavorare sempre connessi e orientati al raggiungimento del risultato.

Questa pandemia ha portato anche nuove opportunità?
Questa sfida ci ha imposto un cambiamento repentino, ma è anche servita a dimostrare le potenzialità del lavoro agile, a molti sconosciute fino a pochi mesi fa.

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Redazione

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