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Lettera di un manfredoniano ad Inchiostro di Puglia

“e se la ferita non si rimarginasse? “

Caro Inchiostro di Puglia, 
e se la ferita non si rimarginasse? 

Eppure ho piastrine a sufficienza, le mie ultime analisi lo attestano, nero su bianco. 
Vent’anni che sanguina, niente da fare! 
La medicina tradizionale non ammette cicatrizzazioni. 

Ho provato anche la magia.
Tempo fa una fattucchiera mi consigliò di innamorarmi, mettere su famiglia e avere dei bambini. L’amore e i figli avrebbero suturato chirurgicamente la ferita.

L’ho fatto. 
Mi sono innamorato e ho due figli meravigliosi. La magia ha avuto luogo e in parte anche ragione: ha saputo lenire il bruciore lasciando la ferita in stand-by, maledettamente pronta a fare un male cane non appena tocca il sale del mare pugliese. 

Vent’anni fa lasciai Manfredonia, la mia famiglia, i miei amici e anche la mia compagna di allora. 

Il destino (o è stata una scelta?) mi ha indicato Modena quale terreno fertile per la voglia di riscatto, di crescere e di gestire autonomamente la mia vita e le mie passioni. 

Posso dire di esserci riuscito? Ma si, a quasi 42 anni ho la fortuna di avere un lavoro, una famiglia e le mie due passioni : musica e fotografia (anche se la prima ha deciso, dopo quasi 25 anni di “onorata” carriera nel cantautorato inascoltato, di prendersi una pausa di riflessione). 

Ma la ferita, quella c’è ancora. 
Fa male ogni volta che torno e ogni volta che vado. 

La Puglia, come me, ha le sue ferite, cicatrizzate e non, ferite che ci hanno allontanato. 

La Puglia è magia, è radici, famiglia, passioni, ulivi, mare… Il mare che lenisce, Il mare che brucia. 

La rabbia di non aver avuto la forza di restare, il senso di colpa, dopo anni, di non poterci più riuscire, in contrasto con l’eterno amore per le radici, rimaste li piantate. 

E ogni volta, con un miscuglio di rabbia e amore, vai via come un tronco appena segato e accatastato insieme agli altri, in partenza verso chissà quale destinazione: il tetto di una casa? un mobile d’arredo? un qualsiasi utensile in legno? 

Eppure hai ancora gli anelli di crescita, quei cerchi concentrici che svelano la tua età, gli anni trascorsi, i ricordi, l’unica prova che hai di aver vissuto. 

Meravigliosi maledetti ricordi. 
Sarà per questo che amo la fotografia? 

Te ne regalo una importante. 
Scattata qualche giorno fa, prima di partire. 
Sulla sinistra c’è la mia compagna, a seguire verso destra mio figlio, mia figlia e mia madre… 
Lo sfondo è mare che lenisce, mare che brucia. 
Spero ti piaccia, e ti lascio con una domanda: Ma davvero la ferita non si rimargina? 

A presto. 
Pietro

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Redazione

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