Storia

“L’episodio storico tra Padre Pio e Aldo Moro”

“L’episodio storico tra Padre Pio e Aldo Moro”

Un episodio storico e fondamentale ,.risale al tempo del primo governo Moro (dicembre 1963 – luglio 1964). Accadde davanti a due persone. Padre Pio, aveva di fronte a sé un giornale.

C’era lì pubblicata la foto di Moro e a un certo punto, guardandola, il Padre si sarebbe portato le mani agli occhi dicendo: “Mamma mia, quanto sangue! Quanto sangue!”.presidente del Consiglio nazionale della DC. Il 16 marzo 1978, il tragico epilogo della vita dello sfortunato politico.

Un commando di Brigate Rosse irrompe nella romana via Fani, dove in quel momento transitava Moro allo scopo di recarsi in Parlamento per partecipare al dibattito sulla fiducia del quarto governo Andreotti, e massacra i cinque uomini di scorta e rapisce lo statista. Poco dopo, le Brigate Rosse rivendicano l’azione con una telefonata all’Ansa.

Tutto il Paese percepisce chiaramente che quell’attentato è un attacco al cuore dello Stato e alle istituzioni democratiche che Moro rappresentava.

Il 18 marzo una telefonata al “Messaggero” fa trovare il “Comunicato n.1” delle BR, che contiene la foto di Aldo Moro e annuncia l’inizio del suo “processo” mentre, solo il giorno dopo, Papa Paolo VI lancia il suo primo appello per Moro.

Altri messaggi del Pontefice seguiranno il 2 e il 22 aprile.

I servizi segreti di tutto il mondo, anche se le segnalazioni furono tante e precise, non riuscirono a trovare la prigione dei terroristi, ribattezzata “prigione del popolo”, e da cui Moro invocava incessantemente, tramite numerose lettere, una trattativa.

Il 9 maggio, dopo cinquantacinque giorni di prigionia ed estenuanti trattative con gli esponenti dello Stato di allora, anche lo statista viene barbaramente assassinato dalle BR, ormai convinte che quella sia l’unica strada coerente da intraprendere.

La sua prigionia aveva provocato ampi dibattiti fra coloro che erano disposti a cedere alle richieste dei brigatisti e chi invece era nettamente contrario per non legittimare, dibattito che lascerò letteralmente il Paese sul piano sia politico che morale.

Ed io in quella stazione Termini appena 17 enne non potei più riuscire,ad uscire ,dove mi accompagnarono e mi fecero accovacciare  in un angolo. C’era in stazione una calca di milioni di persone e un fuggi fuggi- spaventato ,ricordo piangevo ,perché non potevo raggiungere Orvieto – incosciente di non sapere ancora dell’assassinio del grande statista Aldo Moro.

Rimasi li chiuso fino la sera.

Di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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