“Il mestiere più antico del mondo” a Manfredonia nel 1597
Nel libro “Fuochi e Rivele di Manfredonia (1597)” vengono elencati i mestieri esercitati dai sipontini. Tra questi si segnalano una quindicina di fornai, alcuni abili nell’arte della conciaria, altri, invece, sono zappatori, potatori e campagnoli, calzolai, fabbri, canestrari, barbieri, moltissimi garzoni, caricatori di frasche, venditori di vino, pescivendoli, venditori di formaggi, conduttori di carri , camiciai , macellai; fruttivendoli, marinai, pescatori e lavandaie.
Ma oltre questi mestieri vi è un altro, probabilmente il più antico: quello della meretrice. E nella Manfredonia del 1597 ve ne erano molte che esercitavano detta attività. Tra queste vi era Santa; un’altra che era la zia di Pasquale ; oppure le sorelle Diana e Olimpia ; poi c’era Sabella, la tavernara, che visse molti anni tra Foggia e Ascoli, dove esercitava l’attività di meretrice e dopo essere arrivata a Manfredonia, aprì una taverna e trascorsi un paio d’anni, fuggì con un garzone di nome Annibale, il quale qualche tempo dopo venne arrestato e incarcerato per furto; poi c’era la madre di Donato, ragazzo undicenne; l’elenco prosegue con Linetta, vedova di Antonio e madre di Laura.
Linetta, sua sorella e Laura erano attive come meretrici. Poi c’era Prudenzia, una volta meretrice pubblica, ma ormai anziana, che per vivere vendeva robe. Infine, Polita, da circa un anno a Manfredonia e senza marito, ma come afferma il testimone “mo sta nammicata con uno et mò con un altro”. Queste sono solo alcune delle meretrici (qualcuna definita “pottana”) presenti a Manfredonia nel 1597. Tutto questo è riportato nel mio libro.
(Nell’immagine in alto: dipinto delle lupanare di Pompei; in basso: copertina del libro)
Foto di Giacomo Telera
Per gli appassionati di storia, una interessante testimonianza storica del passato Una turista inglese a Manfredonia nel 1884 (terza parte) il racconto tratto dal suo diario