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Firenze, il presidente dell’Università europea “cancella” il Natale: “Rinominiamo la festa per l’uguaglianza etnica”

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Firenze, il presidente dell’Università europea “cancella” il Natale: «Rinominiamo la festa per l’uguaglianza etnica. Polemiche

Al prestigioso Istituto universitario europeo di Fiesole (Eui), il presidente ha deciso che – per ottemperare con gli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui” – “l’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano”, si legge in una corrispondenza interna di cui il Sir è venuto a conoscenza e ne ha diffuso i contenuti.

Le regole per l’uguaglianza etnica nell’Eui prevedono infatti che se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere “inclusivo”.

Quindi ora si accettano proposte su come rinominare il Natale (per il cui festeggiamento però “gli aspetti tradizionali e folcloristici possono rimanere parte dell’evento”).

Una proposta circolata è “Festa d’Inverno”, ma ora si chiedono altre proposte. All’interno dell’Istituto universitario non mancano le perplessità e c’è chi ritiene che Natale sia un nome legato alla cultura dell’Italia, alle comuni radici, ovvero una festa che va “oltre la religione”.

Una scelta contro cui si scaglia subito l’euro-deputata leghista Susanna Ceccardi: “Il presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole vuole cancellare il Natale, perché eliminare i riferimenti cristiani di questa festività significa comprometterne integralmente l’essenza: un momento di gioia, di riflessione e di storia millenaria della nostra comunità.

Cancellare il Santo Natale significa cancellare la nostra identità e mi sorprende che questa proposta provenga proprio dal presidente di un Istituto universitario, che ha sede peraltro in una Badia, il quale dovrebbe invece strenuamente insegnare a difendere e rispettare le nostre tradizioni e la nostra identità.

Questa proposta apparentemente sconclusionata risponde in realtà a un’ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture.

Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi. Mi auguro quindi un passo indietro immediato su questa decisione da parte dei vertici dell’Istituto”

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Redazione

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