Attualità Capitanata

Energas, le minacce al nostro mare e alla pesca

Il progetto dell’Energas/Q8, oltre all’installazione del megadeposito di 60.000 mc. di gas, in località Santo Spiriticchio, a pochi chilometri da Manfredonia, prevede l’arrivo di navi gasiere cariche di GPL liquido, refrigerato a -42 °C ed immesso in un gasdotto. Il riscaldamento del GPL viene effettuato dalla stessa nave a mezzo di scambiatori di calore che utilizzano, come fluido scaldante, l’acqua di mare. Il sistema è a circuito aperto, per cui l’acqua utilizzata viene ributtata in mare a temperatura di circa 0 °C e con l’aggiunta di sostanze biocide, probabilmente cloro.

Tutto ciò lo si può rilevare dalla lettura delle prescrizioni n° 9 e 10 riportare nel decreto del Ministero dell’Ambiente, n°295, pubblicato il 22-12-2015, che ha valutato la presentazione di un progetto di massima e non definitivo.

Art. 9) “Il progetto esecutivo dell’opera deve essere corredato di un Piano di Monitoraggio (PMA) articolato nelle tre fasi (ante operam, in corso d’opera e post operam) […] dovrà considerare tutte le componenti ambientali […] nonché i processi di trattamento del GPL allo scarico delle navi gasiere prima dell’immissione nel gasdotto (riscaldamento del gas, con corrispondente raffreddamento dell’acqua marina e trattamento antifouling della stessa acqua marina) […]”

Art. 10) “Predisporre un adeguato monitoraggio del sistema di ricezione del gas dalle navi, con particolare riguardo all’utilizzo di sostanze biocide aggiunte alle acque prelevate e immesse successivamente in mare oltre al rispetto della normativa relativa agli scarichi per quanto riguarda le caratteristiche fisico-chimiche delle portate restituite in mare”.

Incredibile, ma vero, si consentirà all’Energas di versare nel Golfo di Manfredonia sostanze biocide e acqua fredda a temperatura vicino alla 0° in un’area, ritenuta dai ricercatori e biologi, di rilevante importanza dal punto di vista del ripopolamento e riproduzione di numerose specie ittiche e dalla vicinanza a tanti stabilimenti balneari. I Ministeri e le Istituzioni competenti non hanno tenuto in alcuna considerazione che a Manfredonia la pesca è una delle economie più importanti e più redditizie su cui vivono oltre 2000 persone tra pescatori diretti e l’indotto.

La riduzione del pescato, in particolare delle specie pregiate, si è già verificata in altre marinerie dove esistono impianti simili che utilizzano l’acqua di mare durante le operazioni di travaso del gas dalle navi al deposito.

Perché le categorie che hanno a che fare con la pesca non dimostrano di essere preoccupate?

E i sindacati cosa stanno facendo?

Forse dall’Energas hanno ricevuto delle rassicurazioni che confutano quanto da noi riscontrato in atti e documenti? Se è così, sarebbe opportuno che ci mettano al corrente del contenuto di tali assicurazioni.

Inoltre, è opportuno ricordare che, nel nostro mare, ci sono praterie di Cymodocea nodosa che favoriscono notevolmente la riproduzione dei pesci, l’ossigenazione e preserva dall’erosione le coste. La posa del gasdotto nel fondale marino e la movimentazione dei sedimenti potrebbero arrecare danni irreversibili alle praterie di Cymodocea esistenti lungo la linea del gasdotto marino e mettere in circolo altre sostanze inquinanti presenti sul fondale.

Al danno la beffa! L’ENERGAS promette posti di lavoro, ma, in realtà, distrugge anche quel poco che c’è, mette a rischio l’intero ecosistema marino e preclude lo sviluppo futuro del nostro territorio.

Ci sorprende constatare con quanta superficialità si stia considerando il progetto Energas, inutile per la comunità locale e per tutta la regione Puglia. Il GPL, forse nel 1999 poteva essere considerato “strategico”, ora, a nostro avviso non più, per la crescente riduzione delle richieste e dei consumi. La nostra zona è ampiamente ben servita dal gas metano e da altre fonti di energia rinnovabili.

Non si può permettere ad una Società di privati di creare, con mezzi ingannevoli, scompiglio nel tessuto sociale, promettendo pochi posti di lavoro ed offrendo panettoni, tessere del Manfredonia calcio, spot pubblicitari ad hoc che si concludono, ironia della sorte, proprio il 12 novembre, il giorno prima del referendum. Strano a dirsi, hanno scelto volutamente un pugliese, noto al grande pubblico. Inoltre, tale Società ha organizzato viaggi-vacanza con visite guidate al deposito di Napoli, dove il Comune ha già avviato “il processo per una definitiva delocalizzazione” del tanto decantato deposito di GPL. Questo anche “per ragioni di sicurezza e salute pubblica”.

La storia ambientale di Manfredonia non ha insegnato proprio nulla a coloro i quali vendono la loro dignità perseguendo interessi personali che contrastano con il bene supremo della collettività.

Se votiamo NO al referendum del 13 novembre, non subiremo più l’onta della sconfitta e potremo sperare in una ripresa economica e in una valorizzazione della nostra cara Manfredonia.

Purtroppo, ci sono giornalisti, che invece di fare obiettiva informazione, si sono trasformati in sponsor ufficiali dell’Energas.

È evidente che tali comportamenti non sono contemplati dal codice deontologico della categoria.

Comitato NO ENERGAS

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Redazione

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