Alfredo Cospito è stato condannato a 23 anni, niente ergastolo per l’anarchico

Alfredo Cospito è stato condannato a 23 anni di carcere per il processo sull’attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano. 23 anni, dunque, e non l’ergastolo come aveva richiesto la procura generale. Il processo d’appello ha diminuito la pena per l’anarchico e ha condannato Anna Beniamino a 17 anni e 9 mesi. Il procuratore generale Francesco Saluzzo e il sostituto Paolo Scalfi avevano insistito per chiedere l’ergastolo (con isolamento diurno per 12 mesi) nei confronti di Cospito. Per l’ex compagna, invece, la pena richiesta era di dieci anni di più di quella poi data: erano stati chiesti 27 anni e un mese di pena detentiva. 

Cospito, che nei mesi scorsi si era reso protagonista di un roboante sciopero della fame contro il 41 BIS per tutti i detenuti italiani, oggi per la prima volta dall’apertura del processo Scripta Manent si è dichiarato estraneo ai fatti di Fossano. “Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato”, ha dichiarato Cospito dopo aver richiesto la parola per alcune sue dichiarazioni spontanee. Cospito ha poi ribadito che “in vent’anni di attentati di sigle anarchiche non c’è mai stato un morto. Chiaramente erano tutti atti dimostrativi”. 

“In questo processo sono evidenti accanimento e stranezze. Quando è successo l’attentato, nessuno gli ha dato importanza. Poi la Cassazione ha trasformato la strage semplice in strage politica. non c’è nessuna certezza che chi ha fatto quell’attentato voleva uccidere, non ci si può affidare a perizie fatte dopo. Non c’è nessuna prova che io e Anna abbiamo piazzato gli ordini a Fossano”. 

Gli avvocati di Cospito, Flavio Rossi Albertini e Gianluca Vitale, hanno ribadito che l’attentato non era in grado di sovvertire l’ordine democratico e che l’attentato non ha provocato morti o feriti.