Schlein in direzione Pd chiede unità e propone un’estate militante. Poi cita Fabi, Silvestri, Diodato
Elly Schlein è arrivata oggi pomeriggio in direzione del Partito Democratico dopo le polemiche delle scorse ore per la sua partecipazione alla manifestazione di sabato organizzata dal MoVimento 5 Stelle. La segreteria, che non ha risposto alle polemiche e all’uscita di D’Amato, ha chiesto al suo partito di parlare meno all’interno e di incontrare elettori e delusi dalle politiche del governo Meloni. Schlein ha proposto un’estate militante per ritornare ad ascoltare i cittadini e le cittadine. “Vi propongo un’estate militante. Ora è il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e per l’Europa. Ho ricevuto un mandato chiaro, ricostruire una identità chiara del partito, che ci renda riconoscibili. Se si tenta di rappresentare tutto e il contrario di tutto si rischia di non rappresentare nessuno e lasciare spazi agli altri. Questo partito è l’unico che si dà regolarmente sede di discussione ampia e democratica, facciamone buon uso”.
La Schlein ha chiesto in maniera indiretta di misurare la sua segreteria sul lungo periodo. Prima scadenza? Le Europee del 2024. “C’è un apertura di credito che ci ha consentito di portare il nostro partito, nei sondaggi, dal 15 al 21 per cento. C’è stato un forte psicodramma attorno alla sconfitta alle amministrative. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli: non attiriamoci più demeriti di quelli che già abbiamo. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l’abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti”.
La segretaria, nel suo lungo discorso per compattare il fronte interno del suo partito, ha citato molti cantautori italiani. Il corso del Pd, per la Schlein, ora è come una canzone di Niccolò Fabi: “Tra la partenza e il traguardo, nel mezzo c’è tutto il resto. E tutto il resto è giorno dopo giorno. E giorno dopo giorno è silenziosamente costruire”. Poi Daniele Silvestri: “Concentriamoci sulle cose che abbiamo in comune, che sono 450”. Infine, Diodato: “Se i nostri elettori ci chiedessero di dedicare una canzone sarebbe Fai Rumore: anziché fare rumore e fare canto e controcanto interno, proviamo ad andare su ciò che ci unisce”.
