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Riccardi: “Il coraggio di Mimmo Lucano”

Stamattina si svolgerà l’interrogatorio di garanzia per il sindaco di Riace, Domenico Lucano. Si parla di lui da qualche anno a questa via, in senso positivo, per tutto quello che è riuscito a dare, da primo cittadino della nota cittadina calabrese: integrazione tra le diverse culture che caratterizzano, ormai, Riace. Si parla di lui, ora, per l’ordinanza di custodia cautelare che è stata emessa dal GIP del Tribunale di Locri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

Riace è la città divenuta nota a tutti per il ritrovamento dei famosi ‘Bronzi’: quelli stessi che, al pari di tanti cittadini di Riace costretti all’emigrazione, non dimorano più nella cittadina calabrese. Ma Riace è anche quel posto che ha suscitato l’interesse di tutti, e da qualsiasi nazione e latitudine, per essere divenuto il ‘paese dell’accoglienza’.

Per alcuni, ora, il sindaco Mimmo Lucano è un eroe che ha preposto le esigenze umanitarie alle considerazioni burocratiche, per altri è un trafficante che ha cercato di ottenere indebitamente sovvenzioni per il suo Comune e ha infranto la legge. Partendo dalla considerazione che, secondo me, la misura adottata nei suoi confronti è abnorme, considerato il caso specifico, e che nessun uomo può considerarsi al di sopra della legge, non nascondo la stima per chi, come lui, ha il coraggio di disobbedire, ben sapendo che ne pagherà un prezzo. Se oggi godiamo di diritti civili dati per acquisiti, è proprio grazie al coraggio di alcuni che hanno disobbedito. Anche io, a volte, vorrei avere il coraggio dei disobbedienti, vista la situazione in cui i sindaci italiani si ritrovano ad operare, con legacci e norme varie che rendono impossibile la funzione primaria del sindaco: rappresentare la comunità che lo ha eletto, lavorando per il benessere dell’intera collettività.

Mimmo Lucano ha disobbedito e lo ha fatto per un interesse generale, non certo per interesse personale. Mimmo non si è arricchito, non ha lucrato sulla pelle dei disperati; povero era e povero è rimasto. Però Mimmo ha violato la legge. E lo ha fatto in piena coscienza. Deliberatamente, da disobbediente civile. Ma quando Mimmo Lucano ha seguito alla lettera leggi, norme e codicilli, si è ritrovato a pentirsene. Il 26 gennaio scorso, infatti, in una fetida baracca di San Ferdinando – Rosarno muore Becky Moses, nigeriana di 26 anni. A Riace aveva una casa e stava imparando un mestiere, ma questo non bastò: le respinsero la richiesta di asilo per tre volte e, alla fine, dovette andar via. Finì a fare la prostituta e morì in una baracca, tra le fiamme.

Ritengo che sia giusto che la Magistratura faccia il suo corso, rispetto al sindaco di Riace. Allo stesso tempo, però, considerando il reato di favoreggiamento alla immigrazione una norma incivile, plaudo al coraggio di Mimmo Lucano che ha messo l’uomo prima della legge e per questo, probabilmente, ne pagherà il prezzo sulla sua pelle. Quest’uomo ha coraggio, ha responsabilità delle sue azioni, ha un volto umano, ha un messaggio di speranza da dare, è un Uomo.

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Redazione

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