“ITsART” debutta oggi il palcoscenico digitale per ogni forma d’arte

Si è fatta attendere la piattaforma digitale annunciata da Dario Franceschini che nell’aprile scorso dichiarava:

“Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità, ma sono convinto che l’offerta online continuerà anche dopo: per esempio, ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa“

Da oggi, quella che sembrava solo un’idea, è una realtà. Non immune da critiche da parte del mondo dello spettacolo e dai sostenitori della fruizione dell’arte e dello spettacolo dal vivo, il progetto è andato avanti ed oggi ha debuttato ufficialmente.

Connettendosi al sito https://www.itsart.tv/it/ ci si ritrova nel Palcoscenico digitale, nel menù troviamo 3 macro aree: “Palco – Luoghi – Storie” tramite le quali si potrà decidere se assistere ad un concerto, “visitare” un luogo o appassionarsi a qualche documentario o altro nella sezione Storie.

Davvero tanti i contenuti disponibili e molti gli eventi che saranno disponibili a breve, inoltre non è necessario avere un abbonamento dato che i contenuti possono essere acquistati singolarmente. Presenti anche tanti contenuti gratuiti in tutte le categorie.

Insomma sembrerebbe un debutto in pompa magna quello di ITsART che ha come obbiettivo primario la diffusione della cultura italiana nel mondo.

Assodati i buoni propositi, la riflessione che sboccia come una margheritina in mezzo all’asfalto è: Potrà mai una piattaforma digitale sostituire la magia di un teatro, l’empatia con chi si esibisce, la socialità di un concerto? Davvero la chiusura forzata ha spinto un Ministro della Cultura a pensare che dopo un anno e mezzo di distanziamento sociale ciò che poteva salvare il “mondo dell’assembramento” per eccellenza fosse una piattaforma fruibile dal divano di casa? La cultura, l’arte, lo spettacolo, non sono astrattismi, ma lavoro per migliaia di persone e dietro quel biglietto che paghiamo, ci sono i loro affitti, i loro mutui, i loro problemi che non conosceremo mai perché il loro lavoro è alleviare i nostri problemi. Ora questo “biglietto digitale” avrà la stessa nobile causa?

Magari le risposte non arriveranno mai, ma la speranza è che questa piattaforma non diventi il nuovo modo, ma un valore aggiunto al già colpito (e quasi affondato) mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo italiano e che presto si torni a vivere le emozioni dell’arte nel caro buon vecchio modo, dal vivo.