Emergenza e solidarietà: un manfredoniano in cassa integrazione dona le sue 2 mascherine all’ospedale
In questa emergenza Covid-19 oltre al virus è diventata virale anche la solidarietà. A Manfredonia sono scesi in campo PASER, Croce Rossa, politici, imprenditori, commercianti, ma anche gente comune, tutti impegnati a dare quanto potevano per il prossimo in difficoltà.
Encomiabili sono state alcune iniziative come la spesa sospesa, ideata e supportata da tutte le testate giornalistiche della città e da numerose associazioni, simile al caffè sospeso napoletano, che ha permesso la raccolta di generi di prima necessità direttamente presso i supermercati aderenti.
A Manfredonia l’emergenza in corso ha poi finalmente acceso i riflettori emozionali sul San Camillo de Lellis, al centro di diatribe politiche da anni. Complice l’iniziativa di POP Officine Popolari, che ha lanciato una raccolta fondi, i cittadini hanno unito le proprie forze per aiutare l’ospedale iniziando a sentirlo finalmente come qualcosa di ‘proprio’ e di ‘necessario’ in questa circostanza, e non solo! Raccolta che attualmente ha superato abbondantemente i 13mila euro, che si stanno utilizzando per acquistare DPI (dispositivi di protezione individuale), che purtroppo sono stati scarsi a Manfredonia come in tutta Italia nel corso dell’intera emergenza.
Ma la solidarietà è bella in tutte le sue forme, soprattutto quando è fatta da chi non è in cerca di passerelle. Tra i tanti voglio soffermarmi sull’encomiabile gesto di un cittadino di Manfredonia che qualche settimana fa si è recato personalmente all’ospedale San Camillo donando: 2 tute contenitive, 3 paia di occhiali e 2 mascherine. “Attualmente sono in cassa integrazione e questo materiale che avevo da tempo in garage può servire più a voi che a me”, ha confessato. Poi è andato via, lasciando il personale medico emozionato e senza parole. Un cittadino che, come ogni vero supereroe, non ha un volto né un nome, ma che è doveroso ringraziare, sperando che la sua bontà d’animo possa essere ricompensata da liete notizie al termine dell’isolamento forzato.
di Maria Teresa Valente