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Salvatore quando torni? L’appello dei ragazzi ‘smarriti’ del Sant’Orsola di Manfredonia

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Si chiamano Michele, Lorenzo, Anna, Matteo, Carmela. Nomi di fantasia per altrettanti ragazze e ragazzi che da giorni continuano a contattare disperatamente Salvatore Mazzamurro, fino a poco tempo fa presidente pro tempore dell’associazione Sant’Orsola di Manfredonia, che da qualche mese vive a Roma per lavoro.

“Non mi aspettavo tanto affetto”, confessa Salvatore, che nella Capitale ha vinto un concorso da assistente sociale. Ed il suo trasferimento è diventato quasi un caso in riva al Golfo, poiché da quando è dovuto emigrare lasciando la presidenza dell’associazione che lui stesso aveva fatto nascere alcuni anni fa, decine di ragazzi hanno iniziato a tempestarlo di messaggi e chiamate pregandolo di non abbandonarli.

Salvatore, di cosa si occupa Sant’Orsola? “Dei giovani, soprattutto di chi si trova in difficoltà. E credimi Maria Teresa, a Manfredonia ce ne sono tanti. Spesso per loro è difficile parlare con qualcuno dei problemi che hanno ed in me avevano trovato un interlocutore capace di ascoltarli. Purtroppo, mio malgrado, ho dovuto lasciarli”.

Molti di questi giovani non hanno perso solo un interlocutore, ma anche una guida. Si tratta di ragazze e ragazzi in crisi perché cercano di uscire dal tunnel delle dipendenze o che si sono resi colpevoli di reati e cercano di tornare sulla retta via. C’è un sottobosco a Manfredonia poco conosciuto, un vaso di Pandora che solo poche persone di grande sensibilità riescono a scoperchiare, prendendo per mano ragazzi difficili per tanti, ma che in realtà sono solo e soltanto ragazzi che hanno bisogno di essere amati ed aiutati.

Chiamo Salvatore perché sui social è un pullulare di dediche e cerco di capire di più. Mi dice che da quando è andato via i ‘suoi’ ragazzi non hanno più voglia di frequentare l’associazione, dove nel frattempo è arrivato a sostituirlo un reggente. “Rischiano di perdersi nuovamente”, mi confessa. E anche l’associazione, che in questi anni sul territorio ha fatto tanto, rischia di chiudere i battenti.

Mentre parliamo, il cellulare squilla continuamente. C’è chi lo ringrazia per le parole di conforto, chi per avergli teso una mano in un momento difficile, chi per avergli fatto la spesa quando non poteva nemmeno mettere il piatto a tavola. E tutti alla fine gli chiedono: ma quando torni?

Salvatore, con un po’ d’imbarazzo, quasi si scusa per tutte queste interruzioni, ma lui deve rispondere, non può lasciarli soli. Ne resto colpita. L’umanità colpisce sempre. A proposito, Salvatore quando torni? I ragazzi hanno bisogno di te.

di Maria Teresa Valente

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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