Riccardi attacca Apollonio: “Provo ripugnanza e disgusto”

La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente.
Lo ha detto Luigi Di Maio e sono d’accordo con il nostro Ministro perché è la verità.
E a differenza di chi accusa gli altri di parlare per partito preso e poi spara a zero (a prescindere) senza neanche accertarsi dei fatti, io penso che la verità abbia ancora un valore e non ha colori politici.
Da uomo, prima ancora che da sindaco, provo ripugnanza e disgusto per quanto scritto da Michele M. G. Apollonio circa la sospensione del concorso degli LSU.
Per colpire me ha trasformato la disgrazia che ha colpito un membro della commissione comunale nella ratificazione delle astruse teorie dell’opposizione e ha schiacciato e fatto a pezzi la verità, scrivendo e facendo credere quello che gli pareva.
Se il signor massone Apollonio (scusatemi per il termine ‘signore’) fosse un vero giornalista, prima di scrivere si sarebbe accertato di come stavano realmente i fatti.
Invece, il suo ultimo post fb-articolo è la prova provata che non ha rispetto della verità e soprattutto non ha rispetto per coloro che lo leggono e credono che davvero sia un giornalista e faccia informazione.
Al membro della commissione, che quotidianamente si prodiga per il Comune e per gli LSU, va un forte abbraccio e l’auspicio che possa rimettersi presto, sperando che ciò che lo ha colpito possa diventare solo un brutto ricordo di cui parlare a breve insieme. Abbiamo bisogno di persone valide come te!
All’opposizione utilizzata da Apollonio nell’articolo, se ha un briciolo di dignità, chiedo di prendere le distanze da questo articolo decisamente fuori luogo.
Ad Apollonio chiederei di vergognarsi, ma per farlo bisognerebbe avere una coscienza e su questo nutro seri dubbi ultimamente.
E sempre in virtù del principio che la verità non ha colori politici, vi saluto con un pensiero di Alessandro Di Battista.
“Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa”. “Uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà”.

Angelo Riccardi