Michele Scommegna è nato ottavo (e ultimo maschio) di dieci fratelli a Zapponeta, allora frazione del comune di Manfredonia, città nella quale da ragazzo frequenta le scuole superiori, dopo che suo padre lo iscrisse agli studi classici. Cresce nelle campagne pugliesi (il padre, Matteo Scommegna, è un agricoltore, la madre una cardatrice), lascia la Puglia per trasferirsi a Mi
lano in cerca di affermazione come cantante; nei primi anni di permanenza nel capoluogo lombardo lavora per alcune case discografiche.
Nicola Di Bari s’impone ancora al grande pubblico e vince il Festival di Sanremo nel 1971 con Il cuore è uno zingaro in coppia con Nada, nello stesso anno vince anche Canzonissima con Chitarra suona più piano, battendo in extremis Massimo Ranieri; questa canzone fu scelta anche da Mina per il suo album Uiallalla nel 1989; il brano è stato poi inciso con il titolo Guitarra Suena Mas Bajo (La Hora) anche dal gruppo musicalespagnoloLos Catinos. Il 1971 è anche l’anno di un omaggio a Luigi Tenco, con l’album Nicola Di Bari canta Luigi Tenco.
Dopo pochissimi mesi, nel 1972 trionfa ancora a Sanremo con I giorni dell’arcobaleno, presentata anche allo Eurovision Song Contest di quell’anno, a Edimburgo: in tale occasione riscosse moltissimi applausi e lusinghieri giudizi dalla critica, guadagnando un onorevole sesto posto.
Il 1973 è l’anno di Paese, che riscuote molto successo, non replicato dal 45 giri successivo, che sulle due facciate porta la firma di due giovani e ancora sconosciuti cantautori: Ad esempio… a me piace il Sud è scritta da Rino Gaetano, mentre Ti fa bella l’amore è scritta da Paolo Frescura.
Nel 1974 torna al Festival di Sanremo con minore successo (Il matto del villaggio), mentre nel 1975 escono i due ultimi singoli per la RCA Sai che bevo, sai che fumo e Beniamino.
Gli anni successivi, con il cambio di casa discografica (dalla RCA alla Carosello Records), sono anni di vendite più ridotte in Italia (con una piccola eccezione per La più bella del mondo nel 1976), e di un conseguente rallentamento dell’attività, almeno nella penisola (dove, stranamente, è anche ricordato poco nei programmi dedicati al revival).
Continua invece la carriera in Sud America, dove ha riscosso e continua a riscuotere un buon successo anche dopo il 1975: tuttora è possibile ascoltare alla radio alcune delle sue più famose canzoni degli anni settanta incise in spagnolo.
Ha composto anche alcune canzoni in questa lingua, la cui versione italiana non è stata però pubblicata, come nel caso di El ultimo pensamiento (L’ultimo pensiero), cantata in italiano da Nicola Di Bari solo in un’apparizione televisiva.
Di Claudio Castriotta