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Prof. Zilli: “Maria Sofia Federico, la pornografia è un allarme sociale”

Il mio pensiero come docente del docu-reality “Il Collegio” di Rai 2, ma anche come neo-giudice onorario esperto del tribunale dei minorenni di Trieste (Prof. Zilli). Il caso Maria Sofia Federico

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In questi giorni si parla molto dell’ex collegiale Maria Sofia Federico, diventata una sex worker su “Only Fans” e iscritta alla nuova “Accademy” di Rocco Siffredi, nonostante l’opposizione dei genitori, contrari alla svolta piccante della figlia 18enne. 

MARIA SOFIA FEDERICO: “ALLARGARE IL MIO BAGAGLIO CULTURALE”

La ragazza ha palesato il suo obiettivo: “Allargare il mio bagaglio culturale” che, a mio avviso, è ridicolo, imbarazzante e da condannare aspramente.

Un aspetto di cui si parla forse troppo poco è il ruolo che può avere la diffusione della pornografia nella formazione emotiva e nella futura relazione uomo-donna, soprattutto tra i più giovani, come nel caso di Maria Sofia.

PORNOGRAFIA ALLARME SOCIALE

Penso che ci siano molte ragioni per parlare di un allarme sociale, che produrrà frutti guasti in futuro visto che, a mio dire, la pornografia rappresenta sempre una degenerazione, a ogni livello e ogni età. Il piacere è presentato in funzione dell’annientamento della donna, il cui ruolo è ridotto a un oggetto nella totale disponibilità dell’uomo.

La tentazione della pornografia va di pari passo con l’inadeguatezza della formazione alla sessualità e all’affettività a cui, anche per i più giovani, non possiamo rinunciare in un contesto culturale sempre più complesso.

I ragazzi, ignari, sono vittime della pornografia a causa di un’insufficiente educazione all’affettività e alla sessualità. Tuttavia in alcune scuole dove ho insegnato sono state prese decisioni coraggiose con approfondimenti anche sulle frontiere più complesse, come l’omoaffettività. 

Ma in generale il tema è poco presente e poco trattato nelle aule delle nostre scuole.

Bisogna spiegare oggi ai giovani il concetto di “purezza” senza rischiare di sembrare inattuali. Per fare ciò dobbiamo accostare il concetto di purezza a quello di rispetto per se stessi e per l’altro. Il concetto di rispetto nel web è un problema centrale.

Esercitarci a questa attenzione nel rispetto degli altri vuol dire comprendere il concetto di purezza. Non solo la pornografia “estrema” è un grave male, ma anche quella che purtroppo sempre più persone considerano “normale”.

Se guardo una volta un video pornografico dicendo “tanto non è niente”, a livello antropologico vuol dire che quelle cose solo apparentemente “piccole” alla fine ti costruiscono o ti demoliscono dentro.

Nella pornografa digitale c’è un tratto di irrealizzato, che talvolta può nascondere una forma di sessuofobia che teme il rapporto affettivo.

Quindi appellarsi alla questione educativa è fondamentale e lasciare che ogni responsabilità ricada solo sui genitori significa non tenere conto dei limiti che questo comporta: spesso è proprio la loro assenza a trasformare un problema privato in un’emergenza pubblica. Domandiamoci se non sia possibile fare qualcosa di più, a livello tecnico o legislativo, per porre dei freni e proteggere almeno i minori.

Prof. Andrea Zilli

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Redazione

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