Attualità Capitanata

Per non dimenticare: consegnata medaglia alla memoria al deportato di Manfredonia Giacomo Palmieri

Promo UnipolSai ilSipontino.net
Promo Manfredi Ricevimenti
Promo Manfredi Ricevimenti
Gelsomino Ceramiche
Centro Commerciale Gargano
Matteo Gentile
Domenico La Marca

Questa mattina a Venaria Reale, in Piemonte, nell’ambito di un nutrito programma di eventi in occasione del Giorno della Memoria, è stata consegnata una medaglia alla memoria al soldato di Manfredonia Giacomo Palmieri, prigioniero nei campi di concentramento.  Un omaggio ritirato dal nipote che ne porta stessi nome e cognome, carabiniere nella città di Torino, e da suo padre Damiano Cosimo, originario di Manfredonia ed emigrato a Torino.

Come mai a Venaria? “Perché a dedicare approfondite ricerche su mio padre è stato mio nipote Giacomo, che vive proprio in quella città”, spiega il sipontino Domenico Palmieri, figlio del soldato Giacomo. “A papà, sempre grazie al lavoro certosino di mio nipote, sono state riconosciute diverse benemerenze, ma non le ha mai viste, poiché è deceduto all’età di 58 anni nel 1978”.

Domenico racconta che di quando era militare suo padre non ne parlava volentieri, poiché aveva sofferto tanto e subite troppe umiliazioni. Giacomo Palmieri era stato arruolato in fanteria appena compiuti i 20 anni, proprio in quel 1940 in cui l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale. E da Padova, dove era il suo reggimento, fu trasferito nella Francia già occupata dai tedeschi, esattamente nella zona di Lione.

Il giorno seguente allo storico 8 settembre 1943, fu catturato dai tedeschi e messo di fronte ad una scelta: arruolarsi con la repubblica di Salò oppure essere imprigionato. Giacomo scelse la prigionia, mantenendo fede al giuramento del regio esercito italiano. “Quella scelta non fu certo una gita di piacere – racconta il figlio Domenico – Insieme ai suoi compagni fu rinchiuso in un campo di concentramento, presumo nel sud della Francia ai confini con i Pirenei”. 

A parte i primi giorni in cui vennero quasi trattati bene, forse per “propaganda da dare in ‘pasto’ alla Croce Rossa”, evidenzia Domenico, in seguito per questi prigionieri non si ebbe alcun riguardo e Giacomo fu messo ai lavori forzati, dall’alba al tramonto. “Mi raccontava papà, che molti suoi commilitoni morirono annegati cadendo in un fiume impetuoso, sul quale stavano costruendo un ponte. Papà era alto più di me, circa 1 metro e 90 come i due nipoti che entrambi portano il suo nome – continua Domenico con emozione – Era nel pieno delle sue forze e con tanta voglia di vivere e tornare in famiglia”. 

In quell’inferno il soldato Giacomo venne tenuto per oltre un anno, fino a quando un ‘provvidenziale’ bombardamento alleato, gli permise di fuggire dal campo assieme ad altri. Dopo non poche peripezie tra i campi e tante zone che non conosceva, fu intercettato dai soldati alleati già presenti in tante zone francesi. Odissea finita? Niente affatto.Gli alleati lo reinternarono in un loro campo di concentramento nei pressi di Caserta. Solo dopo i dovuti accertamenti, lo spedirono nel suo paese d’origine. Mio padre arrivò a Manfredonia quando la guerra era quasi finita, dopo quasi cinque anni che di lui non si sapeva ormai più nulla. Scoprì con amarezza che i genitori erano morti. Ma la fidanzata, mia madre, non aveva mai smesso di aspettarlo”. 

Il dolore di chi è stato nei campi di concentramento è immenso, tanto grande che se riesce a sopravvivere a quelle atrocità, attraverso gesti e silenzi lo trasmette ai propri cari. In una delle foto che Domenico mostra, suo padre è con l’inseparabile amico di San Marco in Lamis. Partirono insieme, affrontarono insieme quei tragici momenti e ritornarono nella propria terra insieme. Dopo che si salutarono al bivio di San Giovanni Rotondo sulla strada per Manfredonia, non si rividero mai più.

Ma la vita è strana e quei tedeschi prima nemici gli diedero una speranza per il futuro. “Ironia del destino – conclude Domenico – a fine anni ‘50 papà emigrò per lavoro. In Germania”.

di Maria Teresa Valente

Domenico La Marca
Promo UnipolSai ilSipontino.net
Promo Manfredi Ricevimenti
Gelsomino Ceramiche
Promo Manfredi Ricevimenti
Matteo Gentile
Centro Commerciale Gargano

Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

Articoli correlati