Storia

“Manfredonia, Filuccio, Donetta e i maccarun pa ricott”

4 ottobre 1949; da poco era uscita laSUONAVANO le campane del Convento di Santa Maria delle Grazie. Timbravano l’atmosfera del paese. Nella via dirimpetto al Convento, in una piccola casa in un pianterreno abitavano Filuccio e Donetta, simpatici con la loro parlata paesana, con il pappagallo Rosario detto “il duca”. processione di San Francesco d’Assisi: il santo stava su un altarino e la gente osservava e mandava baci e segni di croce. Si spargeva la commozione nel guardare la statua che sfilava per le vie poco illuminate dell’epoca. Verso sera, terminata la processione, Donetta tornò a casa stanca e con voce bassa disse: ‘ Filuccio non mi sento tanto bene,mi gira la testa‘. Mentre Rosario la guardava triste col suo piumaggio colorato e ripeteva ‘Testa gira’ Filuccio la guardava sbianca e le diceva: – Donetta mò cadi a terra siediti. ‘Filuccio mi fa male molto la pancia e lo stomaco e ho alla schiena brividi‘.Si appoggiò alla sedia bevendo un bicchiere d’acqua. La notte passò così nel lamento e in dormiveglia, sicchè la mattina decise di chiamare il medico, mentre Rosario ripeteva: ‘Medico, Filuccio‘. Quando visitò Donetta, decise di farla ricoverare all’Ospedale di Foggia e così che fece nel pomeriggio. A Donetta,arrivata in Ospedale, le diagnosticarono un’infezione virale con sospetta epatite, e quindi nel nosocomio doveva restarci per una quindicina di giorni per accertamenti vari e cure.

Prima che Filuccio si congedasse da lei, Donetta lo chiamò e gli disse: ‘Senti per questi giorni hai da mangiare, vedi che sopra l’armadio c’è una bella pezza di formaggio di ricotta dura, usala con parsimonia; dà qualcosa pure a Rosario ,il resto lo conservi‘. Ma Filuccio di scatto rispose: ‘No, Donetta non mi permetterei mai tu sei malata e io devo mangiare la ricotta dura,mi mangerò pane e cipolla e basta‘.

I giorni passavano e al terzo giorno Filuccio iniziò a prendere la ricotta, e così per tutti i giorni seguenti a cucinare sempre ed esclusivamente maccheroni ricotta e basilico; il pappagallo Rosario guardava da spettatore dispiaciuto, non aveva una briciola né di maccheroni né di ricotta al massimo qualche mollica di pane.Arrivò il giorno che Donetta venne dimessa, pronta a ritornare a casa. Nel frattempo la ricotta era bella e finita. Rosario contento iniziò con quel modo strano dei pappagalli a chiamare la signora: ‘Dooonetta‘ che vide ed andò da Rosario per accarezzarlo serena. Dopo la signora disse al marito: ‘Filuccio oggi pranziamo con una bella pasta, sugo e ricotta sono quindici giorni che mangio in bianco,sono stufa‘.

Filuccio sbiancò, non sapeva cosa dire, tremava di paura, a quel silenzio la moglie lo guardava insospettita. A un certo punto Rosario che aveva sentito tutto, fece festa col vendicarsi su Filuccio,col suo linguaggio: ‘Se l’è mangiaaata tutta se l’è mangiaaata tutta. I maccarun pa rucott!‘. E saltava. ‘I maccarun pa rucott‘.

Allorchè la signora Donetta afferrò la scopa e colpì alle spalle il marito intorno alla tavola, e con voce debole gli disse: ‘ Si vede come ti dispiaceva mangia maccarun a tradmint‘. Poi si riappacificò senza risentimento e sorrise con la sua faccia pallida.

 di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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