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Coronavirus Italia, Boccia: «Sarà un autunno duro. Lockdown? Non ci sarà, ma possibili dei blocchi mirati»


Il virus accelera, ministro Francesco Boccia. Siamo pronti a reggere l’urto della seconda ondata?

«Noi non abbiamo mai abbassato la guardia. L’hanno abbassata gli incoscienti, i negazionisti e chi pensa che l’economia venga prima della salute – risponde il responsabile degli Affari regionali – Noi ci siamo sempre fatti guidare da rigore e prudenza».

I dieci morti e i 1907 nuovi contagiati di ieri lasciano prevedere un autunno difficile per le terapie intensive?
«Sappiamo di andare incontro a un autunno duro. Il lavoro congiunto con le Regioni ci ha fatto rafforzare le reti sanitarie, raddoppiando le terapie intensive e in alcuni casi triplicando le sub intensive. L’ondata era prevedibile perché quando si torna alla vita a pieno regime il virus circola, ma se tutti rispettano le regole reggeremo, grazie alle reti sanitarie e ai comportamenti di ciascuno».

Come siamo messi con le forniture di mascherine, con i tamponi e con i test?«Non abbiamo problemi di tamponi, né di mascherine perché le produciamo in Italia. Tutto quello che serve è nella disponibilità dello Stato. Quando c’è una emergenza specifica le singole Regioni sanno che la Protezione civile e l’ufficio del commissario Arcuri sono pronti a intervenire in tempo reale».Eppure il caos dei presidenti che si smarcano continua. Come pensa di far funzionare il coordinamento tra Stato e Regioni?«Le linee guida nazionali vengono rispettate in 19 regioni anche con ottimi risultati, poi la ventesima scrive norme che creano caos. Questo è un errore, perché una regione che ritiene di avere problemi aggiuntivi deve chiedere l’intervento della protezione civile».Solinas in Sardegna non ha collaborato lealmente?«È chiaro che la leale collaborazione non c’è stata, tanto che il Tar ha accolto l’impugnativa del governo sui test».E il Piemonte? Azzolina ha perso e «ha vinto il buon senso», come dice Cirio? E adesso saranno le scuole a misurare la febbre agli studenti?«No, il Piemonte aveva sottoscritto linee guida condivise. Non è che a scuola non vogliono misurare la febbre ma devi dargli i termoscanner, infatti il confronto duro c’è stato tra la Regione e i dirigenti scolastici, che non possono stare sull’uscio col termometro in mano. Se una regione fa di testa propria l’impugnazione delle ordinanze resta un’arma, anche a tutela delle altre 19. Il compito del governo è coordinare il tavolo, altrimenti è una Babele».Vale anche per il dem Bonaccini che riapre gli stadi?«Non riapre gli stadi, propone che entrino solo mille persone, le stesse autorizzate nelle piazze per le manifestazioni pubbliche. Il presidente della FIGC, Gravina, conosce molto bene la volontà del governo di garantire prima l’apertura delle scuole. Ogni interruttore va riacceso con cautela e immagino che il ministro Spadafora lo abbia ribadito più volte. Aspettiamo le valutazioni tecniche e poi anche su questo troveremo soluzioni condivise».Sono possibili nuovi lockdown?«Un lockdown nazionale è da escludere, mentre interventi mirati sui territori sono sempre possibili, in base alla situazione epidemiologica. Ma al momento non vedo situazioni a rischio».Nemmeno per la scuola?«I contagi ci sono e ci saranno. Ma non utilizziamo la scuola come ring di lotta politica. Lo voglio dire alla destra, che ha presentato una mozione di sfiducia contro la ministra Azzolina. Non esiste il manuale di come si aprono e si gestiscono le scuole al tempo della pandemia. E’ una vicenda inedita e difficile, dovremmo tutti lavorare per proteggere gli studenti».Il governo reggerà l’urto delle Regionali?«Non faccio previsioni, dico solo che veniamo dall’anno più difficile della storia recente del Paese e non avere accanto a noi in campagna elettorale gli altri partiti della maggioranza di governo non è stata una grande mossa».Pessimista?«No! Sono sicuro che il Pd a sorpresa vincerà in molte più Regioni, a partire da Puglia e Toscana. Ma a M5S e IV lo dico con Oscar Wilde, non vorrei che imparassimo la lezione della vita quando non ci serve più. Fanno ancora in tempo a lanciare un appello al voto utile per i candidati del Pd in tutte le regioni, perché l’alternativa sono Salvini e Meloni».Conte è a rischio?«Non ha giocato la partita, chi lo mette in discussione è in malafede».

https://www.corriere.it/politica/20_settembre_19/boccia-sulle-linee-guidano-babele-regionalela-chiusura-non-ci-sarapossibili-blocchi-mirati-89a80224-f9e4-11ea-91b0-38d50a849abb.shtml

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