Cospito, per la Procura l’anarchico non deve andare ai domiciliari
Le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico al 41bis, sono sempre più critiche. Martedì, infatti, il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha comunicato che Cospito ha avuto una crisi cardiaca. In questi giorni, l’anarchico in sciopero della fame da più di 150 giorni contro il regime detentivo del carcere duro, è stato ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’Ospedale San Paolo di Milano. Oggi, però, dopo la richiesta di revoca del 41-bis respinta dalla Corte di Cassazione, sono stati negati anche gli arresti domiciliari.
La procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice, infatti, hanno dato parere negativo alla richiesta di differimento della pena, con detenzione domiciliare, presentata dallo stesso Cospito per motivi di salute. Per la procura generale, dunque, Cospito non può lasciare il carcere e tornare a casa sua. Il parere espresso, che non sarà vincolante, dovrà ora attendere la decisione dei giudici di sorveglianza che avranno a disposizione cinque giorni di tempo per decidere sull’istanza.
Il suo legale, Albertini, ha chiesto questo trattamento e ha indicato casa della sorella di Cospito a Pescara come luogo idoneo per scontare la sua pena. I giudici ora dovranno decidere, ma altre sentenze della Cassazione non lasciano dubbi: rifiutare il cibo, infatti, non viene considerato “un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari”.
La valutazione del caso dovrà tenere conto anche della compatibilità del carcere, della possibilità di garantire cure e del senso di umanità da assicurare al detenuto. Cospito, in questo momento, si trova ancora all’ospedale San Paolo. Dal 20 ottobre prosegue il suo sciopero della fame che, nell’ultimo mese, si è fatto ancora più duro: l’anarchico, dopo il parere contrario dei giudici contro il suo 41bis, non assume nemmeno più gli integratori.
