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Semi di cannabis autofiorenti e femminizzati: cosa sono e come coltivarli

Se siete del mestiere o avete già qualche conoscenza sull’argomento, saprete che i semi di cannabis non sono tutti uguali e possono quindi presentare caratteristiche diverse. Tra i più conosciuti troviamo i semi di cannabis autofiorenti e quelli femminizzati, ma esistono anche semi di cannabis autofiorenti femminizzati per soddisfare tutte le richieste. I semi di marijuana autofiorenti e femminizzati costituiscono una grossa fetta del mercato sia italiano che estero di semi di cannabis e si distinguono in base ai tempi di fioritura e alla resa del raccolto.

In questo articolo parleremo delle differenze tra queste due tipologie e di come coltivarli, in modo da aiutarvi a creare la vostra piccola serra casalinga e ottenere i risultati desiderati.

Semi di cannabis femminizzati

Se siete nuovi in questo mondo e non avete dimestichezza con l’argomento, allora potreste pensare che i semi femminizzati abbiano un sesso specifico, ma non è proprio così. Infatti, i semi di cannabis non presentano un genere, caratteristica che invece è propria della pianta che ne deriverà.

Per capire tutto a riguardo, è necessario parlare delle piante di marijuana. Queste ultime, possono essere di sesso femminile o maschile, oppure ermafrodite. In base al sesso della pianta, la resa della stessa varierà molto. Per quanto riguarda le piante maschili, l’impollinazione è alla base della riproduzione e le fibre ottenute vengono utilizzate nel mercato tessile, mentre le piante femminili sono più utili per la produzione di infiorescenze.

I semi femminizzati sono un tipo di semi di cannabis che hanno circa il 99% di probabilità di produrre una pianta di sesso femminile, la quale sarà in grado di produrre infiorescenze di canapa contenenti alti livelli di THC se le ore di buio ricevute saranno maggiori di quelle di luce. Per questo, in natura ciò è frequente nei mesi autunnali e invernali, quando le ore di sole sono ridotte e le temperature si abbassano. Se invece di coltiva indoor, è possibile simulare le ore di luce e di buio, come anche le temperature, in ogni stagione.

Semi di cannabis autofiorenti

Per quanto riguarda i semi autofiorenti, si tratta di semenze femminizzate capaci di passare dalla fase di germinazione a quella della fioritura della pianta in base all’età della stessa, quindi in poche settimane.

Una volta che i semi di cannabis sono stati fatti germinate, le piante ottenute avranno il 99% di possibilità di essere femmine e inizieranno a generare automaticamente fiori ricchi di THC, senza dover prestare attenzione alle ore di buio e di luce. Per questo, i semi autofiorenti femminizzati sono perfetti per la coltivazione indoor e porteranno grandi risultati, ma possono essere utilizzati anche outdoor fuori stagione.

Per acquistare semi di cannabis autofiorenti femminizzati, affidatevi ad un fornitore esperto come Fast Buds, il quale propone un’ampia scelta di semi in base alle vostre capacità, all’esperienza che avete nella coltivazione e alle condizioni di luce e climatiche in cui intendete far crescere le piante e i fiori.

Differenze tra semi femminizzati e semi autofiorenti

Come abbiamo appena visto, entrambi questi semi hanno una caratteristica in comune, ossia la femminizzazione. Quindi, entrambi hanno quasi il 100% di possibilità di dare vita ad una pianta femmina. Tuttavia, le differenze si trovano nella pianta che viene generata, tra cui: i tempi di fioritura, la grandezza della pianta stessa, le difese immunitarie e la resa del raccolto per quanto riguarda le infiorescenze con un alto livello di THC.

Ad esempio, le piante generate da semi femminizzati hanno bisogno di un ciclo specifico di buio e luce, mentre quelle nate da semi autofiorenti germogliano automaticamente in qualche settimana. Inoltre, le prime possono arrivare ai 4 metri di altezza e sono molto forti, mentre le seconde arrivano al massimo a 60-80 cm.

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Redazione

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