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Ritorna il quotidiano l’Unità. Gli ex giornalisti: “Giù le mani da Gramsci e Berlinguer”

Ritorna, dopo sette anni di assenza dalle edicole italiane, il quotidiano l’Unità. Il quotidiano, fondato da Antonio Gramsci, è stato riportato in vita dall’editore Alfredo Romeo che ha comprato il giornale all’asta a 900 mila euro. Il giornale, fondato dallo stesso Gramsci nel 1924 è stato il riferimento editoriale del Partito Comunista Italiano, dopo le direzioni di personalità illustri come Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Antonio Padellaro e Concita De Gregorio avrà come direttore Pietro Sansonetti, ultimo direttore del quotidiano “Il Riformista”, attualmente diretto dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. 

“Dopo sette anni e alla vigilia del centenario, l’Unità torna nelle edicole. Fisicamente sarà un giornale piccolo, composto da dodici facciate, ma impegnato ad affrontare temi di grande rilevanza e profondità. E se all’origine era rivolto a contadini e operai, oggi sarà la testata anche di migranti e detenuti. Pur mantenendo sempre netta la propria indipendenza, sarà vicina al Pd, principale forza politica della sinistra, e al pensiero di Papa Bergoglio che attualmente rappresenta un punto di riferimento ideologico. Il quotidiano, in edicola al costo di 1,50 euro, ha alle spalle una redazione dinamica di sei redattori per il cartaceo, pochi altri per l’online e da diversi collaboratori esterni”, ha raccontato Sansonetti. 

Il ritorno del quotidiano rosso, però, non ha convinto tutti. Le travagliate vicende editoriali del giornale hanno tagliato fuori i quindici redattori dell’ultima edizione del quotidiano, che hanno attaccato Sansonetti contestando i riferimenti a Gramsci e Berlinguer. “Questa Unità non ha nulla a che vedere con la testata fondata nel 1924, né con le battaglie del segretario del Pci perché con scientifica, padronale protervia calpesta ogni diritto dei suoi lavoratori: i giornalisti e poligrafici che hanno tenuto in vita il giornale sono stati esclusi, cancellati, perfino vilipesi. Lo ribadiamo al direttore Sansonetti e all’editore Romeo: la testata sono anche i lavoratori. Un concetto tanto più vero nel caso dell’Unità, per la storia e il ruolo del quotidiano fondato appunto da Antonio Gramsci. Un intero corpo redazionale spazzato via. Sansonetti ci ha tacciato di essere renziani, proprio lui che ha lasciato il Riformista nelle mani del leader di Italia Viva. Molti di noi lavoravano a l’Unità quando Sansonetti era condirettore, e siamo noi ad aver subito l’ultima, indegna chiusura nel 2017 quando la governance del giornale era nelle mani dei Pessina, gli editori voluti dal senatore Renzi.

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