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Mentana contro Fazio e Annunziata: “Chi lascia la Rai non faccia il martire”

Enrico Mentana, giornalista e direttore del Tg La7, è intervenuto sulla rivoluzione in Rai e sugli addii di Lucia Annunziata e di Fabio Fazio. Mentana, ospite ieri al Festival della Tv di Dogliani, ha risposto alle domande di Aldo Cazzullo sul tema. Secondo Mentana, un breve passato in Rai per poi approdare alla direzione del Tg5 e a quella del Tg La7, non si può parlare di martiri e di epurati. “Fabio Fazio va in un altro canale, il pubblico lo vedrà sul Nove. È semplice e gratificante fare il ruolo del perseguitato, di chi è martire. Ma sarebbe più semplice fare le proprie scelte e motivarle. Non esiste Maradona, siamo tutti onesti lavoratori di questo settore. Nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda. Io ho visto andar via dalla Rai figure come Raffaella Carrà, Mike Buongiorno, Corrado. Io sono andato via dalla Rai per dirigere il Tg5”. 

Mentana, poi, ha parlato del ruolo dei partiti nel servizio pubblico. “Io credo che non ci sia niente di meglio che interrompere un rapporto senza fare scene madre o i martiri di Belfiore, senza lasciar intendere che con te o senza di te la libertà e la democrazia cessino di esistere. Nessuno di noi è insostituibile, nessuno è nato con la missione divina di fare giornali o trasmissioni: un po’ ce li siamo conquistati, un po’ siamo scesi a patti. Ma non esiste il diritto di restare né di epurare. Se accetti di lavorare in Rai sai che ci sono i partiti. Ogni qual volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini non c’è mai la lesione della democrazia: c’è lo spoil system”. 

Giudizio molto netto, inoltre, sia su Fazio che sull’Annunziata. “Il contratto di Fazio di certo si fa in tre mesi e non in tre giorni, mentre Annunziata a differenza di Fazio non ha un’altra tv in cui andare: se ne è andata dignitosamente dicendo però che non accetta questo governo. Ma non puoi lavorare nel servizio pubblico e dire di non accettare il governo. Chi governa deve stare sotto il controllo dell’opinione pubblica e dell’informazione: a maggior ragione se non sei d’accordo devi stare lì”. 

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