Natura

La triste storia dell’orsetto M89 che non conosce la libertà

Trentino, l’orsetto M89 non tornerà libero. “Scelta politica” tuonano le associazioni animaliste

LA STORIA DELL’ORSETTO M89

Questa è la triste storia dell’orsetto M89, per tutti Honey, caduto in un canalone mentre si trovava con la madre e un altro cucciolo nella zona del Brenta Meridionale.

Recuperato dal Corpo Forestale Provinciale su segnalazione di un guardacaccia lo scorso aprile, oggi è perfettamente guarito.

“È stato recuperato all’inizio di aprile, una domenica, mentre la caduta è avvenuta di giovedì. L’indicazione era di praticargli un’eutanasia, ma successivamente è stato giudicato recuperabile e così lo hanno portato in una clinica veterinaria.

La Tac ha riscontrato la lesione di una vertebra e la compressione di un ematoma a livello della testa; messo in terapia intensiva, nel giro di pochissimo si è ripreso completamente a vive in un recinto di trenta metri quadri, colpevole solo di quella caduta”.

ORA DOVREBBE ESSERE LIBERO

Alla fine di luglio, dopo le prime perplessità espresse dalla Provincia autonoma, era stata lanciata una petizione online dall’associazione trentina “Bearsandothers” per chiedere all’amministrazione di liberare subito l’orsetto M89. Erano state raccolte 49.449 firme.

 “Chiediamo a gran voce di liberare questo giovane orso che nulla ha fatto se non aver avuto la sfortuna di ferirsi e la fortuna di trovare chi lo ha guarito”

 “Quella di tenerlo in cattività è stata una scelta politica” dichiara Alberto Stoffella fondatore dell’associazione Rase ed ex forestale trentino che in passato si era occupato con successo della reintroduzione in natura di altri due cuccioli di orso abbandonati: M11 (nel 2011) e M56 (nel 2019). 

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Redazione

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