Attualità Capitanata

Io speriamo che me la cavo: situazione poco chiara a Manfredonia…e troppa gente in giro!

Da quando sul mondo si è affacciata la nube nera del Covid-19, siamo stati colti dall’ansia di capire di cosa si trattasse e che effetti potesse avere su tutti noi. È una normale influenza, ma anche no. Tranquilli, colpisce solo gli anziani (come se i nostri nonni o genitori meritassero di vivere meno degli altri), ma forse anche i giovani. Basteranno 15 giorni di sacrifici e tutto passerà, però magari è meglio se ci facciamo a casa anche il primo maggio. Insomma, è stato detto tutto ed il contrario di tutto, mentre i giorni passavano e le idee si confondevano sempre più.

E a Manfredonia cos’è accaduto? Bella domanda. Noi giornalisti abbiamo dovuto industriarci per reperire i dati, poiché le fonti ufficiali scarseggiano. Per colpa di chi? Pare di una direttiva del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che non ha voluto (forse per non creare allarmismo) che ai sindaci (o ai commissari) potessero essere forniti quotidianamente i dati di contagiati e deceduti città per città.

Da parte dei sindaci della Puglia c’è stata una dura presa di posizione, convinti (a mio parere giustamente) che se bisogna combattere contro questo nemico invisibile, almeno un’arma occorre impugnarla, ed è quella dell’avere il polso della situazione per poter intervenire per tempo.

La situazione su Manfredonia è a dir poco paradossale. Un bel giorno sono finalmente arrivati i primi dati ufficiali, era il 27 marzo: 17 persone in isolamento. Poi il primo aprile un altro dato: 28 contagiati (di cui 3 deceduti) e ben 113 persone in quarantena.

Sono seguiti alcuni giorni di silenzio alternati ad altri sporadici dati. Poi l’8 aprile vengono diramati i dati (del 6 aprile) che parlano di 13 positivi e 99 in quarantena. Da più parti si grida al miracolo: da una trentina di contagiati siamo scesi a 13.Forse, la nostra voglia di venirne fuori al più presto, ci rende però poco obiettivi. Perché se dalla Regione Puglia continua quotidianamente ad arrivarci un grafico in cui si indica Manfredonia nella forbice di 21-50 positivi, vuol dire che non siamo scesi a 13 contagiati. Forse a quei 30 andavano aggiunti 13 e siamo quindi (anzi eravamo lo scorso 6 aprile) a 43 positivi?Una cosa è certa, comprendere i dati su Manfredonia è più complicato che rispondere ai quiz del Milionario. Solo che (ed è un’amara constatazione), qui in gioco c’è la nostra vita.Essere all’oscuro della situazione sta facendo prendere a molti sottogamba la gravità del problema ed in giro nella nostra città ci sono sempre più auto e persone. In questo caos vien voglia di scrivere, come in quel tema dei bambini nel film di Paolo Villaggio: IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO.

Cosa fare? In attesa che si faccia chiarezza e che finalmente, così come disposto anche dal Ministero dell’Interno, ad ogni città vengano forniti dati ufficiali e chiari, ricordiamoci dei nostri concittadini che lavorando in prima linea negli ospedali e che stanno rischiando la loro vita per noi: RIMANIAMO A CASA.

Maria Teresa Valente

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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