Storia

‘A Cannelöre: le origini del detto

Quann’arrüve ‘a Cannelöre
da ‘u vjirne stéme fore!
Arrespònne ‘u surgetjille:
«Ámme passéte mizze virnecjille…».
Arrespònne ‘a vècchje arraggéte:
«Aspettéme l’Annunziéte!».
Arrespònne ‘u vècchje trìste:
«nen jì före la vernéte,
se nen vöne ‘u “Cùrpe de Crìste”!»
Vù jèsse chjù secùre?:
Quànn’ ascènnene ‘i metetùre!

Oggi, 2 febbraio, si celebra la Candelora, ovvero la festa cattolica della presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme raccontata dal Vangelo di Luca ed istituita nel 946 da papa Gelasio. Le è stato dato questo nome perché, in questo giorno, si benedicono le Candele, simbolo di Cristo che, come indicato dal profeta Simeone, è “luce del mondo e delle genti”.

Un tempo era una festa molto sentita a Manfredonia, quando le candele venivano distribuite ai fedeli che le portavano in processione e, dopo la benedizione, le conservavano in casa per accenderle in momenti particolari in cui chiedevano protezione contro il demonio, contro la violenza dei temporali o per invocare aiuto per la grave malattia di un congiunto.

Nel giorno della Candelora si celebra anche la purificazione della Vergine poiché, così come indicava la legge ebraica, la donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio (80 per una femmina) e doveva poi andare al tempio per purificarsi. Il giorno della purificazione di Maria coincide dunque con quello della presentazione di Gesù al Tempio.

Come racconta Antonio Racioppa, studioso del vernacolo e delle tradizioni sipontine: “Anche da noi fino agli anni ’50 la puerpera restava in casa fino al 40° giorno dal parto. Difatti non presenziava mai al battesimo del neonato, che avveniva dopo pochi giorni, e perciò era rappresentata dalla “vamméne” (levatrice), la quale, per questo motivo, era universalmente chiamata cummére”.

La ricorrenza della Candelora è anche legata ad una vecchia tradizione meteorologica che considerava il ‘giorno della luce’ una sorta di passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile. Durante la processione della Candelora i manfredoniani, guardando il cielo, cercavano di immaginare quanto lontana fosse ancora la primavera. Ed ecco dunque il significato della cantilena: la vecchietta suggerisce di aspettare la festa dell’Annunciazione (25 marzo), ma un vecchio risponde con un’altra data: il corpo di Cristo (Corpus Domini, nei primi giorni di giugno), poi un altro ipotetico interlocutore, sposta il tutto, per prudenza, al tempo della mietitura (giugno inoltrato).

E voi che ne pensate: siamo fuori dall’inverno? A giudicare dal clima di questi giorni, parrebbe proprio di sì, ma per affermarlo con certezza, aspettéme l’Annunziéte!

Articolo di Maria Teresa Valente del 2 febbraio 2020

Ph: Bruno Mondelli Giuliani
Al link che segue, la traduzione della cantilena a cura di Antonio Racioppa sul sito Parliamo Manfredoniano:
http://www.parliamomanfredoniano.it/quanne-arruve-a-canel…/…

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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