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Rally della Pace a Zapponeta, il messaggio dell’Arcivescovo

Rally della Pace a Zapponeta, il messaggio dell’Arcivescovo

Carissimi ragazzi, educatori e amici dell’ACR,

a tutti voi il mio abbraccio e il saluto pasquale: PACE!

Diversamente dagli scorsi anni, il Rally della Pace 2024 verrà celebrato il 01 maggio. Questo leggero slittamento di data è motivato dal fatto che Papa Francesco, il 25 aprile, ha chiamato a raccolta tutta l’AC italiana per un momento di festa e di riflessione prima dell’apertura ufficiale della 18ma Assemblea Nazionale dell’Associazione. Si tratta di un momento fondamentale del nostro itinerario associativo, un’occasione attraverso cui l’AC vuole accompagnare e lasciarsi coinvolgere nel cammino sinodale che coinvolge tutta la Chiesa.

L’iniziativa che ci ha accompagnati in quest’anno durante gli incontri suona così: “Questa è casa tua!”. Ed è provvidenziale che ci si incontri per il Rally proprio il 01 maggio, festa di S. Giuseppe Lavoratore, papà di casa. Questo ricordo ci richiama all’impegno, ed anche la fatica. di costruire un mondo dove ognuno possa seminare liberamente i propri talenti; lavorare per far fiorire il “noi” che si fa casa accogliente di ogni “io”; realizzare uno spazio in cui la fraternità e l’attenzione vicendevole custodiscano e facciano crescere i rapporti e le amicizie. Siamo entrati nell’ambientazione della riserva naturale con meraviglia e stupore, contemplando nello splendore del creato (e noi in Gargano siamo pienamente immersi) una strada privilegiata per arrivare al Signore e sentirci più fratelli, eredi della casa comune che tutti siamo chiamati a rispettare e trattare con amore, evitando ogni gesto che possa sfigurarne la bellezza.

L’icona biblica che ci ha accompagnati ci racconta un doppio miracolo, uno incastonato nell’altro: il ritorno in vita della figlia di Giairo e la guarigione dell’emorroissa (cf Mc 5, 21-43). Tra i tanti elementi in comune, che si possono evidenziare in questi due episodi, voglio sottolinearne uno. Tanto nel primo che secondo segno è posto un gesto molto significativo per la fede: il toccare. Gesù tocca la mano della figlia di Giairo, quasi la accarezza, e così in mezzo alla disperazione della gente che urla per il dolore della morte, la riconsegna alla vita e all’affetto dei suoi cari. Così succede anche all’emorroissa, che spera di poter essere salvata al solo sfiorare con la mano le vesti del Maestro venuto dalla Galilea.

Credere – come scriveva S. Agostino – è proprio questo toccare con il cuore: Gesù si lascia raggiungere dalle mani di chi vuole incontrarlo, di chi sceglie di servirlo in ogni realtà del creato, di chi nutre il desiderio di scoprire quant’è liberante lasciarsi affascinare dalla sua Parola e Persona.

La fede ci insegna ad avvicinarci ad ogni persona e ad ogni realtà con rispetto, raggiungendola con un tocco che esprime attenzione e vicinanza. Com’è brutto sapere che in molte parti del mondo, tanti – che pure si dicono discepoli di Gesù – usano le loro mani come strumento di morte e non di vita: guerre, devastazioni, inquinamento, deforestazione, sfruttamenti intensivi, cultura dello scarto, cambiamenti climatici, abusi d’ogni genere … mai come oggi la nostra casa comune, come dice Papa Francesco, è messa in pericolo da un atteggiamento profondamente individualista che non permette di riconoscere Dio nel volto del prossimo (cf LS 162).

Ora, cosa possiamo fare noi di fronte a tutto questo? Quale contributo può dare l’ACR alla costruzione di uno stile di vita più ecologico e sostenibile? Si potrebbe iniziare proprio dall’esempio di Gesù: toccare, cioè raggiungere ogni realtà per prendersene cura e donandole vita e speranza. E questo a partire da casa nostra e dal nostro magnifico territorio che è il Gargano. Il mondo si cambia in meglio e si salva partendo dalle piccole cose, quelle che a volte ci sembrano più insignificanti e scontate. Mentre tutti corrono dietro a stili di vita consumistici ed egoisti, noi scegliamo di puntare ad un progresso che sia veramente umano, ad uno sviluppo cosciente del fatto che la felicità dell’uomo non è data dall’accumulare cose, ma dall’essere raggiunti dal tocco di Dio, che trasfigura ogni cosa e ci regala quel sentimento di cura che è ingrediente indispensabile per abitare l’ambiente e la storia da discepoli di Gesù.

Cari ACRini, siate nella nostra Chiesa diocesana e nel nostro amato Gargano profeti di novità, sentinelle generose di un mondo dove è possibile vivere con sobrietà, con giustizia e con pietà (Tt 2,12) … e grazie perché ogni volta che vi incontro mi fate sentire a casa!

Vi benedico di cuore!

+ p. Franco Moscone crs

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Redazione

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