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Emanuela Orlandi oggi avrebbe compiuto 55 anni. Il fratello: “Papa Francesco parli. Perché ci disse che era morta?”

La notizia della prima indagine vaticana sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la ragazza di quindici anni scomparsa il 22 giugno del 1983 a Roma, ha riempito di ricostruzioni e ipotesi i giornali e le televisioni in questi primi giorni dell’anno. La notizia, arrivata poco meno di una settimana fa, è molto rilevante e importante. Il Vaticano, infatti, esattamente a quarant’anni dalla scomparsa della sua cittadina ha aperto un’indagine sulla sua misteriosissima scomparsa. 

Il caso di Emanuela Orlandi è uno dei più intricati e complessi della storia del Novecento italiano. Oggi, a Roma, si è svolto un sit-in per la verità sulla scomparsa della ragazza. “Oggi Emanuela compie 55 anni. Per me lei non è morta e non mi rassegnerò finché non saranno trovati i resti. È un dovere continuare a cercarla”, ha dichiarato suo fratello Pietro

A pochi passi da Piazza San Pietro, la manifestazione ha celebrato i 55 anni di età di Emanuela e questa nuova (e importante) pagina dell’inchiesta sulla sua scomparsa. L’apertura dell’indagine arriva a pochi giorni dalla morte di Papa Benedetto XVI, ma per il Pietro Orlandi andrebbero ascoltate anche altre personalità vaticane. “Andrebbero ascoltate tante persone e anche Papa Francesco. Perché ci ha detto che Emanuela è morta? Dovrebbe spiegare le sue motivazioni, magari qualcuno gli ha detto così. Noi abbiamo una lista di persone da ascoltare dal 2018, ma alcune persone purtroppo sono venute a mancare”. 

Anche l’avvocata della famiglia, Laura Sgro, si è rivolta al Pontefice. “Siamo contenti di questa indagine che deve essere ferma e immediata. Già è tardi e abbiamo perso un sacco di tempo. Chiedo al Papa di avere coraggio: costa fatica, ma lo merita la famiglia Orlandi: mi riceva. Mi metto a sua disposizione, voglio avere un confronto con lei”. 

Al sit-in è comparso un manifesto: “Verità e giustizia per Emanuela Orlandi”. Il manifesto aveva anche un’immagine degli ultimi tre pontefici con la scritta: “Il silenzio li ha resi complici”. Dopo pochi minuti, il manifesto è stato rimosso. 

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