Attualità Capitanata

La malinconia delle feste

Quante volte in prossimità delle feste natalizie vi sarà capitato di sentire: “Io odio il Natale”; “il Natale a me porta solo malinconia”; “ passassero subito queste feste perché già non ne posso più!”.

In effetti per molte persone il Natale non ha il volto della festa, delle luci scintillanti, dei colori nelle case o nelle vetrine dei negozi, dei cori natalizi o delle immagini di babbo Natale sorridente; no, per molte persone il Natale ha un altro volto; quello della solitudine, della tristezza, dell’amarezza e del dolore di vivere.

Al sol pensiero dell’arrivo delle feste natalizie queste persone precipitano nell’angoscia, nell’ansia, nella tristezza, nella malinconia, nella rabbia e nel’irriverenza.

 

Ma perché accade? Perché una festa che dovrebbe portare gioia, serenità, una festa che dovrebbe unire le persone induce, invece, questi sentimenti ed emozioni negative?

 

A livello generale pensiamo a quanto la tradizione, sostenuta dai  media, ci imponga un clima di condivisione, di bontà, di felicità ed allegria  in famiglia da vivere a tutti i costi. Il Natale oltre ad essere una festa religiosa è la festa degli affetti, ma certi affetti possono non esserci più.  Pensiamo a chi ha problemi con la propria famiglia, a chi con essa non ha buoni rapporti o vive situazioni di forte conflittualità o peggio ancora a chi una famiglia non ce l’ha più o ce l’ha lontana per diverse ragioni; o ancora a chi sta vivendo un lutto o si porta dietro gli strascichi di un lutto mai elaborato.

L’obbligatorietà di stare con la famiglia per Natale o la voglia di volerci stare ma non averla più, diventa un pesante fardello che non fa altro che far riemergere i problemi ed i conflitti che con essa si hanno, spingendo la persona a sentirsi frustrata  per il fatto di vivere una tale situazione sentendosi magari responsabili o impotenti nel cambiare le cose.  Possiamo anche pensare a chi ha vissuto un’infanzia difficile e pertanto il Natale provoca ricordi di tristezza, di solitudine, di mancanze e di grandi vuoti affettivi.

In casi come questi il contrasto tra la felicità che è insita nel clima natalizio  e la solitudine interiore diventa intollerabile. Non è infrequente che ci siano casi in cui le persone sono realmente sole perché una famiglia non l’hanno più e casi in cui la famiglia è presente ma  solo a livello anagrafico perché di fatto non è percepita come una fonte di affetto, di sostegno, di calore umano, ma come un semplice insieme di persone che fingono di essere felici e tra le quali realmente serpeggia una conflittualità che mal si cela. Persone che condividono ben poco a livello affettivo.

Vivere il Natale in un clima di felicità è più difficile per chi vive da single, soprattutto se sente la solitudine  come un peso o se ha subito da poco un abbandono affettivo o ancora se si immaginava inserito in un contesto familiare che non è presente  da un punto di vista psicologico.

Le festività di per sé sottolineano ciò che è mancato  e che continua a mancare e fanno sentire molto di più il vuoto, la noia, la malinconia di essere soli, come se il soggetto meritasse una punizione, che naturalmente non merita

I giorni di festa possono essere pesanti per le persone disilluse che si aspettavano molto di più dalla vita (affettiva).

In effetti il Natale porta con sé anche l’avvicinarsi della fine dell’anno e quindi si lascia il posto a terribili bilanci che porterebbero solo a sottolineare i propri fallimenti, ciò che non si è fatto, che avremmo voluto fare e non siamo riusciti, quindi frustrazioni e ruminazioni mentali.

Il  Natale diventa un qualcosa di intollerabile perché spinge al dover  fingere per non deludere chi si aspetta di vedervi allegri e giocosi.

Ecco quindi che il Natale si trasforma in un autentico incubo; La festività si trasforma in un nemico che vi ricorda prepotentemente la vostra condizione psicologica, come se fosse uno specchio che vi segue tutti i giorni delle feste costringendovi a prendere coscienza della proprie mancanze, dei propri vuoti. Non è infrequente subire delle pressioni in questo periodo dell’anno: pressioni che riguardano ad esempio l’obbligo dei regali quando invece non se ne avrebbe assolutamente alcuna voglia. Questa festa spesso costringe alcune persone a fare i conti con le proprie ristrettezze economiche, accompagnate dalla frustrazione per non poter stare al passo con le richieste consumistiche che la società ci impone.

Esistono alcuni piccoli accorgimenti che è possibili seguire per affrontare al meglio le feste. Per prima cosa bisogna dividersi i compiti in famiglia e avere un sostegno nei diversi preparativi, dall’albero al pranzo di Natale; questo allevierà lo stress e le tensioni che anche le faccende più piccole possono generare. Se andare per negozi o impacchettare i regali vi rende tristi, non dovete farlo per forza, ma potete delegare a qualcuno questo compito.
Infine è importante imparare che non si è obbligati ad essere felici; se state attraversando un momento buio, riconoscerlo ed esprimere il dolore è molto più salutare che negare la situazione, facendo finta di nulla. Qualunque sia la difficoltà che si sta affrontando è molto importante poterne parlare con qualcuno: saper chiedere aiuto è un segno di forza e non di debolezza. Le nostre esperienze, belle o brutte che siano, inevitabilmente segnano la nostra vita ed è  importante ammettere che i problemi li abbiamo a prescindere dal Natale. Occuparsi del proprio disagio è fondamentale oltre ad essere utile. Se si vive un momento difficile non ci si può costringere a far finta di nulla per un intero anno, per poi arrivare a Natale ed esplodere di tristezza e angoscia. L’importante è non colpevolizzarsi convertendo questa esperienza di disagio in un’opportunità per guardarsi dentro e per conoscersi,  dar voce al nostro malessere, per affrontare i nodi irrisolti, i nostri drammi interiori, ascoltare il turbinio di voci che provengono  dal nostro inconscio. In fin dei conti è di questo che si tratta, di un malessere sempre presente che col Natale si manifesta in tutta la sua concretezza. L’ascolto di noi stessi, del nostro dolore è il primo passo per individuarne la sua vera causa.

 

Articolo a cura della dottoressa Sorano Maria Leonarda – Psicologa

Per info dottssa.sorano@gmail.com

3492352311

 

Promo Manfredi Ricevimenti
Centro Commerciale Gargano
Promo UnipolSai ilSipontino.net
Gelsomino Ceramiche

Redazione

ilSipontino.net dal 2005 prova a raccontare con passione ciò che accade sul Gargano ed in Capitanata. Per segnalare variazioni, rettifiche, precisazioni o comunicazioni in merito al presente articolo è possibile inviare email a redazione@ilsipontino.net

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *