Messina Denaro voleva suicidarsi: “Non morirò di tumore”

Anche lui, come suo padre, voleva decidere come morire. Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso gennaio a Palermo, aveva previsto un’uscita di scena diversa da quella che si è concretizzata nei mesi scorsi. L’arresto, dunque, non era nelle previsioni del super latitante di Cosa Nostra. Secondo Repubblica, infatti, Denaro ha scritto una lettera a sua sorella Rosetta, arrestata lo scorso 3 marzo a Castelvetrano, in cui parlava della sua malattia e della sua fine. “Non morirò di tumore. Appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa”, queste le parole scritte dal boss in un pizzino. 

Denaro, dunque, stava già pensando alla sua morte e non voleva morire di tumore, ma farla finita nel momento più doloroso della malattia. “Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima”. Per queste rivelazioni, scritte quasi un anno fa, Messina Denaro è sorvegliato giorno e notte all’interno del carcere dell’Aquila per evitare che, approfittando di momenti di assenza delle guardie, possa portare a termine il suo progetto di morte. Denaro, anni fa, aveva già parlato del suo rapporto con la morte: “Con la morte ho un rapporto particolare. Da ragazzo la sfidavo con leggerezza da incosciente, da uomo maturo la prendo a calci in testa perché non la temo”.

L’idea del suicidio – come spiegano gli studiosi del fenomeno Matteo Messina Denaro – non è lunare. L’uomo, infatti, avrebbe voluto sicuramente non finire in carcere e non avrebbe voluto morire di tumore. Secondo molti, però, Denaro voleva uscire di scena con un gesto plateale pari a quello del padre, Francesco, stroncato da un infarto. Il corpo dell’uomo fu ritrovato nelle campagne di Mazzara del Vallo con un abito elegante. Finalmente, si era consegnato allo Stato, ma da morto.