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La maestra di Elena: “Come si fa a spiegare la verità ai suoi compagnetti?”

La morte di Elena Del Pozzo ha scosso tutto il Paese. Per la sua efferatezza, per il destino tragico, per la crudeltà. Anche a Mascalucia, paesino del catanese, l’angoscia è irreparabile. Ieri, ai microfoni delle testate nazionali, ha parlato Veronica Piazza, responsabile della scuola materna di Tremestieri Etneo frequentata dalla piccola Elena. “Ancora oggi noi siamo increduli. Stiamo cercando di accettare questa situazione ma non è per niente facile, perché è una tragedia scoprire che la nostra Elena non c’è più, per di più per opera della mamma, che è la persona di cui ci si fida di più al mondo”. 

Per Elena, però, non è stato così: sua madre, infatti, si è trasformata nella sua carnefice. In rete gira con incredulità il video della piccola che abbraccia sua madre all’asilo poche ore prima dell’omicidio. Stando alle prime indiscrezioni degli inquirenti, poche ore dopo nel campo della morte la madre abbraccerà ancora una volta sua figlia, ma questa volta per ucciderla, per colpirla alle spalle. 

La bambina era legatissima alla mamma come al resto dei familiari”, continua la maestra. “Mai niente ha potuto farci sospettare di qualcosa. La mamma era una persona apparentemente tranquilla. La bambina correva sempre da lei all’uscita dall’asilo, non abbiamo mai sospettato di nulla. Sapevamo che il papà per motivi lavorativi non dormiva più a casa con loro, ma la bambina non ha mai accennato a un compagno della mamma o una compagna del papà, lei continuava a vederli entrambi con frequenza, non ha subito il distacco”. 

Dopo lo choc, totalmente inaspettato, in quell’asilo resta il vuoto: un vuoto che porta il nome di Elena. Per le maestre, ora, arriverà la parte più difficile, ovvero quella di raccontare agli altri bambini dov’è la loro amica Elena. “Le altre mamme – ha dichiarato Piazza a FanPage – sono afflitte tanto quanto noi, perché in molti conoscevano Elena. Non sappiamo come dirlo ai suoi compagnetti, sono troppo piccoli. Lo faremo, ma prima dovremo essere pronte noi maestre per farlo. Solo un bambino di 9 anni ha saputo, tramite internet, di quanto successo. È arrivato con gli occhi spaventati dicendo di avere paura. Abbiamo spiegato che quello che è accaduto a Elena è qualcosa di assurdo, lo abbiamo rassicurato che a scuola e a casa è al sicuro. Ma come si fa a spiegare la verità?”.

Nel frattempo, ieri sono arrivate le parole di Luigi Renna, arcivescovo di Catania, in una messa per Elena. “È il momento di fare silenzio e di non cercare la vendetta. Tutti quanti noi siamo attoniti di fronte a quanto è successo, ma l’odio quando alimenta altro odio, non giova a nessuno. Non è nella vendetta che si possono risolvere determinati problemi e non è la vendetta e l’odio che restituiranno alla vita questa bambina”. 

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