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InApnea contro Apollonio: “Basta propaganda al saccheggio industriale”

”Ancora una volta siamo costretti a leggere sui giornali affermazioni propagandistiche di un certo tipo di stampa che, probabilmente “invaghita” del progetto Energas (per ragioni ignote, visto che non vengono evidenziate con chiarezza le possibilità che siffatto impianto offrirebbe), continua a remare contro il volere della città e a mettere nero su bianco pareri strampalatamente soggettivi, realizzando difatti un costante lavorìo di corteggiamento nei confronti della multinazionale di turno e soprattutto di disinformazione nei confronti della popolazione.

Stiamo parlando dell’ultima “perla” pubblicata sulla Gazzetta di Capitanata a firma del sempreverde Michele Apollonio. Questo giornalista rappresenta con le sue posizioni, pro-Enichem, pro Contratto d’Area ed ora pro-Energas, quel sistema di sviluppo economico basato sulla colonizzazione industriale, sulla possibile speculazione ai danni del nostro territorio, sulla devastazione ambientale della nostra città in cambio di qualche barbaro e spicciolo posto di lavoro (prontamente rivelatosi illusorio): il principale sponsor del ricatto occupazionale legato all’industrializzazione che ha portato, nei nostri ultimi cinquanta anni di storia, solo a morte, devastazione, disoccupazione ed impoverimento.

Nel suddetto articolo “Non perdiamo anche Energas” Apollonio riprende le posizioni del presidente di una cooperativa locale, il quale sviscera una serie di pareri legati alle “opportunità” che la nostra terra avrebbe perso (tra cui Enichem e ‘Nave dei veleni’) che non hanno permesso il rilancio della nostra economia, mentre definisce le critiche e le proteste legate alla realizzazione di un nuovo impianto come “scontri da bar dello sport”. Non vogliamo entrare nel merito delle posizioni espresse dal signor Saverio De Girolamo: è evidente che chi loda Enichem, ‘Nave dei veleni’ e compagnia cantando potrebbe aver perso il quadro della situazione legata ai drammi che l’industrializzazione ha portato, sull’ambiente e sulla nostra salute: probabilmente siamo di fronte a chi ritiene opportuno che sia giusto sacrificare la salute al lavoro, intendendo per “lavoro” i profitti di qualcuno generati mettendo a disposizione denaro pubblico per portare nella nostra terra prodotti a bassa innovazione ed a basso valore aggiunto che il resto del Paese non vuole perché legati ad un lavoro insalubre, sottopagato e con bassa qualifica.
Una visione francamente inconciliabile non solo con le nostre posizioni, ma anche con quelle di gran parte dei cittadini che dibattono sulla questione, e che con estrema semplicità, anche con discorsi “da bar dello sport” sono in grado di scegliere tra la propria vita ed il gonfiore del portafogli altrui.

Ciò che stupisce e rammarica, invece, è proprio la possibile opera di disinformazione operata da Apollonio dalla notte dei tempi, di cui conviene ricordare qualche altro ‘grande momento giornalistico’.
Il 27 Settembre 1976 scriveva, a pochi giorni dallo scoppio della colonnina di Arsenico, “Manfredonia – La zona “invasa” dalla nube è sotto controllo.” Ancora oggi quella zona non è stata recuperata con una vera bonifica, nonostante i numerosi progetti e tentativi intrapresi con il denaro pubblico.
Il 17 Ottobre 1976 “E’ passata la grande paura: Manfredonia torna a vivere – Allarmi ormai infondati”, definendo la fuoriuscita di anidride arseniosa un “fatto grave” ma “dominato dalla paura”. Non importano poi le morti in fabbrica, le discariche tossiche, l’inquinamento delle falde acquifere, il riscontrato tasso tumorale cittadino: non importa, si è trattato di “allarmi ormai infondati” e di panico incontrollato e generalizzato da parte della popolazione, magari frutto delle solite “chiacchiere da bar”. Ovviamente è stato smentito clamorosamente dalla Storia e dalla situazione di sottosviluppo e povertà in cui proprio quegli eventi ci hanno precipitato. Da qui sembra di trovarsi dinnanzi ad una stampa dedita a placare i legittimi timori della città ed assecondare i desideri e gli interessi dell’industria di turno, in barba alla salute e alla tutela dei cittadini, in barba alle potenzialità e alle opportunità che il territorio offre.

Dal nostro punto di vista, la dedizione a queste modalità di fare giornalismo si denota con maggior forza nel caso Energas, apparentemente divenuta una battaglia di primario interesse. Nel corso degli ultimi mesi lo spazio relativo alla questione su una testata giornalistica della Capitanata è diventato quasi un ricettacolo dei pareri positivi in merito alla vicenda (tra i diversi, se ne conta, oltre al suddetto De Girolamo, peraltro abbastanza velato, un altro intervento di Legambiente Nautilus Manfredonia, prontamente smentito da Legambiente Puglia) e dei violenti attacchi al fronte contrario allo scempio con l’uso non di argomenti, ma di denigrazioni: il fronte No Energas come “pochi anacronistici paladini del dolce far niente”, “chiacchiere da bar dello sport” ecc. ecc. Potremmo continuare a lungo citando i simpatici appellativi attribuitici.

Vogliamo solamente dire due parole al “giornalista”: Sig. Apollonio, il nostro dissenso è frutto di un lungo e profondo percorso di consapevolezza politica e territoriale, è frutto della Storia di Manfredonia, è frutto di un’analisi accurata anche sul piano tecnico (abbiamo distribuito alla città un dossier sulla vicenda Energas: lei dov’era?), è frutto della volontà di affrontare una vera discussione sul modello di sviluppo che la città deve costruire dal basso per offrire a noi giovani un futuro ed un lavoro vero in questa terra. Le “chiacchiere da bar”, prive di dati, sparate sui giornali senza una minima documentazione e soprattutto prive di ogni forma di contradditorio, la lasciamo a lei e al suo amore per queste modalità di informazione. Fortunatamente l’opinione pubblica è in grado di distinguere la buona dalla cattiva stampa e noi risponderemo, colpo su colpo, ad ogni tentativo di barattare la nostra voglia di vivere e lavorare nella nostra terra con i profitti dei grandi gruppi industriali.”

 

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