Renzi contro Calenda: “Ha rotto lui, noi abbiamo la coscienza pulita”

Il partito unico del terzo polo, ieri, è morto prima di nascere. Le volontà politiche di Matteo Renzi e Carlo Calenda si sono interrotte a poco meno di un anno dall’alleanza programmatica centrista in vista delle prossime Europee. Calenda, dopo un primo incontro non riuscitissimo con i partner di Italia Viva, ieri ha comunicato che l’idea del partito unico è morta definitivamente (ovviamente per colpa di Renzi). 

All’accusa, dopo alcune ore di silenzio, questa mattina ha risposto il diretto interessato: Matteo Renzi. L’ex premier, dal 3 maggio direttore editoriale del Quotidiano Il Riformista, rispedisce le accuse al mittente. “La decisione è stata unilaterale di Calenda, che rispetto ma che non condivido. È andata così ma non ci possiamo rimproverare niente. Abbiamo fatto di tutto e abbiamo la coscienza pulita”, afferma Renzi in onda dalla sua Radio Leopolda. “Io di più non potevo fare. Non c’è una motivazione politica per questa rottura. È andata come è andata, noi abbiamo fatto di tutto per non far saltare il giochino ma oggi ci sentiamo dire che il partito unico è morto senza avere nemmeno il buon gusto di fare una riunione. L’amarezza è dei militanti ma è anche la mia, se ci fosse stato un motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione. Ma io non voglio fare polemiche, ma non c’è una motivazione politica per questa rottura”. 

Anche il tema dei fondi per i due partiti, molto commentato da Calenda nelle scorse ore, per Renzi non rappresenta il vero punto di rottura. “Noi abbiamo dato la possibilità di fare 50 e 50, come abbiamo fatto sui manifesti di Calenda in Friuli. Italia Viva anche in quella campagna elettorale ha messo decine di migliaia di euro per promuovere il volto di Calenda. abbiamo anche dato la possibilità di sciogliere il partito il 30 ottobre. Le proposte di Azione e quelle di Italia Viva dimostrano che non c’era nessun motivo per rompere”.