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Parte la legislatura. Accordo sulle presidenze di Camera e Senato. Meloni mette all’angolo Berlusconi

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L’accordo dovrebbe essere blindato. L’apertura della nuova legislatura, in programma dalle ore 10.00, dovrebbe partire con l’accordo sulle presidenze di Camera e Senato. Ieri, dopo le prime indiscrezioni sui nomi di La Russa e Molinari, i giochi si erano complicati. La riunione degli alleati Meloni-Salvini e Berlusconi era stata annullata, ma per tutto il pomeriggio la leader di Fratelli d’Italia ha cercato di portare il risultato a casa. 

Escludendo colpi di scena nel voto in aula, il risultato dovrebbe essere consolidato: già oggi il Senato potrebbe avere il suo presidente. Meloni ha puntato tutto su La Russa, chiedendo a Salvini una leale collaborazione. Al Carroccio andrà la presidenza della Camera. Il nome prescelto è quello di Riccardo Molinari. Oggi servono – contando anche i senatori a vita – 104 voti per promuovere La Russa. La maggioranza schiererà ben 112 senatori. Domani, invece, potrebbe realizzarsi l’elezione del nuovo presidente della Camera. 

Da questo quadro è escluso Berlusconi con la sua Forza Italia che non ottiene nessun incarico istituzionale. Proprio da Forza Italia, colpita in questi giorni per l’esclusione dalla lista dei ministri della fedelissima Licia Ronzulli, potrebbe arrivare qualche sorpresa nel voto questa mattina. 

Il problema Forza Italia-Ronzulli resta il principale nodo da sciogliere per la Meloni. Nonostante l’incontro fra la leader e Berlusconi, Meloni ha ribadito di non volere in squadra la Ronzulli. Non è, ovviamente, finita qui: per la leader di Fratelli d’Italia le richieste di Berlusconi non sono ricevibili. Dunque, altro no sui dicasteri della giustizia e dello sviluppo economico. 

A Forza Italia andrebbe poco nella composizione del governo: si parla di Antonio Tajani agli esteri, di Anna Maria Bernini all’università e dell’ex presidente del Senato Casellati alle infrastrutture. Salvini continua a reclamare il Viminale, per sé o per qualche suo uomo. Alla difesa potrebbe andare Adolfo Urso, alle infrastrutture o all’agricoltura lo stesso Salvini, allo sviluppo economico Guido Crosetto, agli affari europei Raffaele Fitto. Carlo Nordio, poi, alla giustizia; alla salute o Guido Rasi, o Guido Bertolaso oppure il medico berlusconiano Alberto Zangrillo. Queste sono le idee di Meloni.

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