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Il radicchio, la specialità trevigiana che ci salva in autunno

Sarà che il suo colore cupo e intenso si addice bene all’umore autunnale o il sapore particolarissimo, ma il radicchio (o Cichorium intybus) è indubbiamente uno degli elementi più apprezzati della stagione autunnale. Che shock, però, dover spiegare ai coinquilini francesi cos’è questa insalata bordeaux e scoprire che da trovarne non è poi così facile!

red and white petals on gray concrete floor

Il radicchio è infatti originario della zona del Triveneto, ovvero Veneto, Friuli-Venezia-Giulia e Trentino, e dai luoghi dove sono maggiormente coltivati prendono il nome alcune delle categorie IGP più apprezzate: per esempio, il radicchio rosso di Treviso, il radicchio di Chioggia, il radicchio variegato di Castelfranco, quello di Verona e quello di Gorizia. I diversi tipi di radicchio si dividono a loro volta tra quelli precoci (tipicamente raccolti nel tardo autunno) e tardivi (raccolti anche fino a febbraio).

A differenza di molti altri ortaggi, la produzione geograficamente limitata del radicchio ha permesso che i botanici di tutto il mondo se ne interessassero, creando incroci e varietà differenti. Sebbene del radicchio ne parli già Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, il suo particolare colore rosso e bianco deriva dal lavoro di un botanico belga, Francesco Van De Borre, che nel 1870 trovò un modo di “lavare” la clorofilla della pianta, lasciando appunto solo il rosso e il verde. Questo processo è detto “imbianchimento” e consiste nel lasciare il radicchio a maturare per circa 20 giorni in vasche di acqua corrente e al buio, in modo che la mancanza di sole impedisca lo sviluppo della clorofilla. Una cosa è certa: in Veneto vanno davvero fieri della produzione di radicchio, tanto che risale al 1900 la prima Mostra del Radicchio, tenutasi sotto la Loggia di Palazzo dei Trecento a Treviso. 

Diverse leggende ruotano attorno al radicchio: alcuni, infatti, amano immaginarlo come il dono che l’autunno fa all’inverno, e ai trevigiani che possono così portare un po’ di colore sulle loro tavole. Fu così che i semi della pianta vennero fatti arrivare da uccelli in volo direttamente sul campanile di Dosson, piccola frazione in provincia di Treviso. Un’altra leggenda ancora vorrebbe che il radicchio fosse già presente nel Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, ma che, come punizione per avergli disobbedito, Dio abbia deciso di trasformarlo da ortaggio dolce e dal gusto piacevole ad amarognolo. Da allora, gli esseri umani sono stati costretti a inventarsi modi per includerlo nella loro alimentazione senza renderlo spiacevole al gusto.

Come per la cicoria, anche le radici del radicchio essiccate e macinate possono diventare un sostituto del caffè. Composto per il 90% da acqua, il radicchio ha un basso contenuto calorico, e per questo è particolarmente indicato per tutti i tipi di diete. Infatti, il radicchio contiene molto ferro, e ha un effetto di riduzione dell’assorbimento dei glucidi e dei grassi, risultando dunque adatto a chi soffre di carenza di ferro, diabete e colesterolo alto.

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Siamo Lucia e Raffaella, abbiamo 22 anni, siamo di Manfredonia e siamo laureate rispettivamente in Lettere e Scienze Politiche. Stiamo proseguendo i nostri studi presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e la Ca’ Foscari di Venezia. Viviamo da fuori sede e creiamo piatti senza pretese, per non morire di fame. Nel libero studiamo.

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