Scuola Orsini: da ospedale a caserma a scuola

Cosa c’è di più bello a Natale che perdersi tra natività, luci sfavillanti, alberi e villaggi incantati? Se poi ci si trova dinanzi ad un presepe in cui i pupi sono tutti bambini, allora l’atmosfera magica è assicurata. Non ero mai stata nell’Istituto Comprensivo “Perotto-Orsini” Manfredonia, in Largo del Seminario, e l’occasione è giunta con un invito per vedere una natività molto particolare, con la Sacra Famiglia che attende l’arrivo del Salvatore dinanzi ad una scuola Orsini riprodotta in scala, con tanti pastorelli bambini festanti in giro.
Un Orsini nell’Orsini, per celebrare un evento storico, oltre che religioso, ma anche per ricordare l’importanza di questo edificio che imponente svetta nei pressi dell’ex stazione città e racchiude come uno scrigno secoli di vicissitudini. Ed infatti, valicando l’ingresso della scuola Orsini, da subito si comincia a respirare profumo di storia.

L’edificio nacque in tempi molto antichi, quasi subito dopo la nascita della città, ed inizialmente venne utilizzato come ospedale, ma nel senso letterale del termine, ovvero come luogo di ospitalità, in particolare per i pellegrini che giungevano a far visita alla grotta di San Michele Arcangelo. Un’importante testimonianza dell’esistenza di questo edificio allocato già nel Trecento nei pressi di Porta Puglia, ci viene dalla vita di Santa Brigida di Svezia, che qui soggiornò per qualche giorno nel 1372. Curiosità storiche: a quei tempi erano ancora ben visibili le macerie e i resti dell’antica Siponto distrutta dal terremoto nel secolo precedente. Santa Brigida, attuale patrona d’Europa, dopo essere stata da San Michele volle vederle e ne rimase così colpita che, in una delle sue famose visioni, Cristo le rivelò di aver voluto distruggere Siponto poiché un luogo svergognato, peccaminoso e vizioso, e Dio era sdegnato per il comportamento dei suoi abitanti.
Nel 1678 l’attivissimo arcivescovo sipontino Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi papa con il nome di Benedetto XIII, decise di dare all’edificio ormai vecchio ed obsoleto nuove forme e di istituirvi il Seminario, a seguito della distruzione del precedente durante il sacco dei turchi del 1620 e poi del terremoto del 1646.
Fu perfezionato da vari arcivescovi ed in particolare da Monsignor Francesco Rivera (1742-1777) che vi aprì uno studentato e ne affidò la direzione-guida ai Padri Scolopi.
Qui studiarono illustri personaggi, tra cui l’avvocato, poeta, sindaco di Manfredonia nel 1807-08 e deputato nel Parlamento partenopeo Gian Tommaso Giordani, ed addirittura un santo. E già, perché proprio qui studiò nel Settecento San Pompilio Maria Pirrotti che ha introdotto pratiche religiose vive ancora oggi, come la Via Crucis ed al quale nel 2010, terzo centenario della nascita, è stato dedicato un intero anno giubilare.
I padri Scolopi vi rimasero fino al 1807 quando, nel periodo napoleonico, furono disciolte le corporazioni religiose e l’edificio fu incamerato dal Comune di Manfredonia che lo concesse alla curia arcivescovile per farne un istituto educativo. Nel 1860 fu occupato ad uso di caserma ed una camerata crollò. Alla riedificazione e poi alla ristrutturazione dell’intero fabbricato, provvidero l’arcivescovo Tagliatela e i suoi successori e l’imponente edificio fu adibito nuovamente all’istruzione.
Nei primi del Novecento il Comune ne rivendicò la proprietà e l’edificio tornò ad essere una caserma, ma dopo alterne vicende la caserma venne chiusa e i locali divennero sede di scuola dell’infanzia, per persone abbienti e meno abbienti. E dei bimbi meno fortunati si prendevano cura le suore di San Francesco da Paola, che li accudivano come mamme.

L’insegnante Rosa Decembrino, che mi ha accompagnata in giro per la scuola, con le sue descrizioni ha squarciato il velo del tempo dinanzi ai miei occhi e mi è sembrato di vedere, attraverso le sue parole, i bimbi nei dormitori e sulla veranda le suore che lavavano a mano ogni giorno decine di panni, all’ombra di una palma altissima e secolare che svetta ancora oggi nel giardino interno.
Durante la guerra l’edificio fu adibito anche a luogo di primo soccorso e qui giungevano feriti anche dai paesi limitrofi.
Dal 1999 è ufficialmente scuola materna ed elementare intitolata all’arcivescovo Vincenzo Maria Orsini.
E non poteva esserci pensiero migliore per una struttura che da oltre sette secoli è sinonimo di accoglienza, che trasformarla in un presepe per ‘accogliere’ la natività.
Maria Teresa Valente