Storia

Quegli agrumeti selvaggi, che profumavano i giorni invernali

Manfredonia – LI ricordo il profumo che davano nell’inverno –
ancora bene  quegli agrumeti selvatici, di un colore arancio ,splendente vivo,alberelli ,tutti in fila affacciati sul Corso del paese , accanto al noto ” Bar Gatta “, quella grande vegetazione di macchia colorata a pastelli del tempo – dall’ arancione al verde … alla luce del primo pomeriggio. La loro puntuale e vegeta fioritura, all’interno di una veranda recintata ,da fili filati un pò arrugginiti,che dava su  Corso Manfredi , profumavano l’aria, anche d’inverno secco e sereno, oggi c’è ma è rinsecchito ,come la nostra città. Era posta fra le attività e dava sulla strada, un’improvvisa, terra fertile di agrumeto, con foglie verdi e mura antiche del tempo , di ieri, di un tipo di tufo, con un po’ di marmo grezzo  – e di guardia c’era un enorme e cattivo cane dobermann … nero con chiazze marroni, di un’aggressività unica,tale da mettere paura chiunque , con i suoi denti affilati un pò ingialliti.

Quante volte mi sono arrampicato per guardare e sentire, il profumo di quei frutti puri, di una sensazione di vita vera ; il tutto quando il paese viveva davvero di pesca , e i pescatori tornavano dalla pesca , con i secchi e i telai sotto il braccio, già la pesca quand’era sana e libera di esistere , e i contadini con le cime di rapa e broccoli in un fascio di giornale , agricoltura di un’umana presenza, come era la terra calpestata ,in maniera pulita in quegli anni  : oggi cosa ci resta ,di quei simboli di sempre, di genuinità…poco e niente – magari male – facciamo oramai parte delle cose perdute ,che fioriscono ancora nella vita di oggi ,ma con il loro odore cambiato dal sole fievole, che guarda le mura riflesse in controluce di un’ombra.

Di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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