Storia

Quando sei galee veneziane affondarono nel Golfo di Manfredonia

La posizione strategica di Manfredonia ha reso il nostro golfo per millenni un importante punto di arrivo e di partenza. Qui giunsero i Dauni per poi colonizzare la Capitanata, qui approdò Diomede, qui arrivarono i romani e nei secoli fu un approdo di fondamentale importanza per re, regine, principi, duchi, contesse, imperatori e persino papi. Ma il golfo di Manfredonia fu anche teatro di innumerevoli battaglie.

Nel Trecento la nostra città, importante scalo per il commercio del frumento, divenne protagonista (suo malgrado) della guerra di Chioggia tra le repubbliche marinare di Genova e di Venezia che ebbe luogo tra il 1378 ed il 1381. I genovesi nel 1380 avevano conquistato numerose isole della laguna veneziana, oltre a Chioggia, e minacciavano la stessa Venezia. Il valoroso ammiraglio Vettor Pisani era stato fatto arrestare per ‘incuria’ dallo stesso doge, e il governo veneziano, che si trovava in una fase disperata e delicata, nominò Taddeo Giustiniani a capo della flotta.

Ecco dunque, per una serie di vicissitudini, mosse tattiche, tempeste e fughe, che il Giustiniani giunse a Manfredonia con sei galee. Qui scoprì di avere alle ‘calcagna’ ben venti galee genovesi. L’ammiraglio veneziano “non potendo tentare un combattimento tanto dispari, affondò le sue galee, fece scaricare i bastimenti da trasporto, mise gli equipaggi a terra dietro a ripari costrutti all’infretta. Ma il nemico gli espugnò: Giustiniani fu preso, e i veneziani avanzati alla pugna dovevano attraversare per terra tutta l’Italia per riguadagnare il loro paese”.

Dunque, scaricata la merce (il frumento) e messo al riparo l’equipaggio, pur di non far cadere le navi in mano ai nemici, Taddeo Giustiniani decise di affondare le sei navi proprio dinanzi a Manfredonia. E poi da qui con la sua ‘ciurma’ tornò via terra a Venezia. Una curiosità: liberato dal carcere a furor di popolo (cosa mai successa prima), l’ammiraglio Vettor Pisani si rimise a capo della flotta veneziana e conseguì importantissime vittorie, ma giunto a Manfredonia fu colpito dalla malaria e qui morì il 13 agosto del 1380.

Intanto, le sei galee veneziane del Trecento si adagiarono sul fondale di Manfredonia. Probabilmente oggi ne sarà rimasto ben poco, ma scoprire cosa nasconde il nostro golfo potrebbe riservare sorprese. E chissà che la Soprintendenza non decida prima o poi di ‘sfogliare’ anche le pagine di storia conservate tra le nostre spumeggianti onde…

Maria Teresa Valente

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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