Attualità Capitanata

Piero Venery: il sosia dei Queen che ha portato scompiglio a Sanremo si confessa e denuncia l’inerzia dei big

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“L’unico scandalo a Sanremo sono stato io”.  È chiaro, conciso e diretto Piero Venery, nome d’arte di Pietro Epifani, quando mi racconta la sua avventura nella cittadina del festival.

Contatto Piero tramite un amico in comune che mi descrive l’artista di Manduria come la reincarnazione, per voce e sembianze, del grande Freddie Mercury, di cui è uno dei sosia più popolari.

“Sto soffrendo”, ha dichiarato Venery al microfono di Red Ronnie che lo ha intervistato mentre era a Sanremo a portare in giro per le strade il suo personaggio, in un’atmosfera quasi surreale. La città dei fiori la sera era deserta per via delle restrizioni Covid, ma nel teatro Ariston andava in scena con tutti i suoi lustrini ed eccessi, e a dispetto di ogni divieto, il festival della canzone italiana.

Un controsenso che a Piero proprio non è andato giù e che ha visto come una vera e propria ingiustizia nei confronti di tutti coloro che fanno parte del mondo dello spettacolo e che sono fermi ormai da un anno. “Il festival non si sarebbe dovuto tenere e i big potevano avere il potere supremo di protestare contro la chiusura dei teatri”, ha evidenziato.

L’artista è stato multato più volte dalla polizia di Sanremo per la violazione delle norme anti-Covid ed è stato persino arrestato: “Voi rappresentate la legge, io la leggenda”, ha raccontato di aver detto alle forze dell’ordine, giustificando il fatto che fosse senza mascherina per non dover nascondere il personaggio che rappresenta. Ma non ha paura di contagiarsi? E non le sembra una mancanza di rispetto? “Se non muoio di virus muoio di fame o di depressione e la vera mancanza di rispetto è da parte di chi ha dimenticato gli artisti in quest’ultimo anno”, afferma, confessando che lo scorso novembre era arrivato al punto di tentare il suicidio. Poi, una chiamata improvvisa per uno spettacolo in Spagna gli ha ridato la forza e la voglia di continuare a vivere. “È stato lo spirito di Freddie a salvarmi”, ha detto.

“Sì, lo so, posso sembrare un folle, ma non è forse la follia che genera la genialità”, mi domanda. Per Piero The Show Must Go On, dicendola come Freddie, ma per tutti e non solo a Sanremo, perché gli artisti devono poter continuare ad essere artisti e non a cambiare mestiere violentando il proprio essere.

La sua incursione nella cittadine ligure, a mo’ del cavallo pazzo degli anni ’90, è stata un modo per far sentire il grido di disperazione di un mondo, quello dello spettacolo, dove i riflettori stentano a riaccendersi e per alcuni artisti e anche per tutti coloro che lavorano dietro le quinte, se non s’interviene con urgenza potrebbero non riaccendersi mai più.

di Maria Teresa Valente

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