Storia

Per non dimenticare la strage del 2 agosto 1980

Mi trovavo a Roma  – in quel tremendo attentato di una storia orrenda – ero giovanissimo in pratica un ragazzo . Mi viene da piangere ancora ora in quel venerdì del 2 agosto 1980 alle 10:25, giorno dell’indulgenza Plenaria ” Il Perdono d’Assisi ” nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala Ovest dell’edificio. La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta «Compound B», potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile).

L’esplosivo, di fabbricazione militare, era posto nella valigia sistemata a circa 50 centimetri d’altezza su un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell’ala Ovest, allo scopo di aumentarne l’effetto[15]: l’onda d’urto, insieme ai detriti provocati dallo scoppio, investì anche il treno Adria Express 13534 AnconaBasilea, che al momento si trovava in sosta sul primo binario, distruggendo circa 30 metri di pensilina e il parcheggio dei taxi antistante l’edificio. L’esplosione causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di oltre 200.

Successivamente si attivarono i soccorsi e molti cittadini, insieme ai viaggiatori presenti, prestarono i primi soccorsi alle vittime e contribuirono a estrarre le persone sepolte dalle macerie e la corsia di destra dei viali di circonvallazione del centro storico di Bologna, su cui si trova la stazione, fu riservata alle ambulanze e ai mezzi di soccorso. Dato il grande numero di feriti, non essendo i mezzi sufficienti al loro trasporto verso gli ospedali cittadini, i vigili impiegarono anche autobus, in particolare quello della linea 37, auto private e taxi.

Al fine di prestare le cure alle vittime, i medici e il personale ospedaliero fecero ritorno dalle ferie, così come i reparti, chiusi per le festività estive, furono riaperti per consentire il ricovero di tutti i pazienti. L’autobus 37 divenne, insieme all’orologio fermo alle 10:25 – uno dei simboli della strage. Il corpo di una delle vittime, la ventiquattrenne Maria Fresu, non venne ritrovato. Soltanto il 29 dicembre 1980 fu accertato che alcuni resti ritrovati sotto il treno diretto a Basilea appartenevano alla Fresu che evidentemente si trovava così vicina alla bomba che il suo corpo fu completamente disintegrato dall’esplosione. 

di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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