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La processione del “Pastor Bonus”

La processione del “Pastor Bonus”.

Pasquale Ognissanti (a cura di). Archivio Storico Sipontino

​ ​ Contrariamente a quella per la Madonna di Siponto, che ha più un aspetto popolare ed intimo della comunità sipontina,, la processione in onore di S. Lorenzo Maiorano, definita del “Pastor Bonus” ( 7 febbraio;, molto antica, ha uno aspetto più spettcolare e fastosa, cioè​ si maifesta come una processione del Clero e degli organismi di governo non solo della città, ma di tutta l’ Archidiocesi.

​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Di questa processione ne tratta lo Spinelli, scrivendo un’interessante storia delle tradizioni sipontine; la riportiamo per un intero (anche con tutti gli altri riferimenti), come “memento” agli attuali Amministratori comunali,​ e soprattutto come retaggio per le future generazioni

​ ​ ​ ​ ​ ​ Non si amministra il presente, non si formulano progetti per il futuro sviluppo della Città, se non si ha la percezione tangibile del suo passato.

Da un tal avvenimento (dell’incontro tra S.Lorenzo e Totila) è insorta parimente nella Chiesa Metropolitana Sipontina la nobile Funzione del Pastor Bonus, che annualmente si celebra dall’Arcivescovo con una ragguardevole e devotissima Processione in ogni giorno 7 di Febrajo addetto all’Anniversario del S. Protettore Lorenzo Majorano X Vescovo Sipontino, nella quale Processione l’Arcivescovo pontificalmente vestito monta su di un cavallo vestito alla Reale, e vien menato sotto del Pallio, o sia Baldacchino, portando egli colla man destra l’Ostensorio d’argento indorato, e gemmato, ov’è riposto un’Osso del braccio del S. Vescovo Lorenzo. Una tal Funzione per quanto è divota, perché rappresenta il Mistero del S. Vescovo, quando andiede all’Accampamento di Totila, altrettanto è nobile, perché si sollenizza con grosso dispendio della Cassa publica, e della pietà de’ Cittadini, concorrendovi ad ammirarla i Popoli di tutti i luoghi delle convicine Regioni. Ed infatti essendo menato l’Arcivescovo pontificalmente vestito su del Cavallo ricoperto alla reale sotto del Baldacchino, segli fa nobilissima corona da i Vescovi Suffraganei, dalle Dignità, e Canonici della Chiesa Metropolitana, dagli Abbati mitrati, da’ Mansinoarj, dagli Arcipreti, e Beneficiati tutti dell’Archidiocesi, che lo precedono ordinatamente nella Processione. Vien​ fatto l’Arcivescovo similmente nobilissima corona dal Magistrato Sipontino, dal Regio Ministro Governatore della Città, e dal Comandante della Piazza, che risiede il primo nella Real Fortezza Sipontina, i quali Signori con gran fasto circondano l’ Arcivescovo, che vien menato processionalmente a cavallo; E siccome con i Singnori del Magistrato interviene anche tutto il numero de’ Nobili Consiglieri del​ Publico Parlamento, così del Ministro Regio, e Governatore interviene l’Ufficialità della sua Regia Corte, e col Comandante della Piazza anche intervenir deve tutto il Corpo de’ Signori Militari Reali in Siponto acquartierato, così di Cavalleria,​ come della Fanteria. Per inveterata usanza il Capo del Magistrato, ed il Regio Governatore, portar devono in mano le redini di seta della briglia del cavallo, e di Consiglieri del Parlamento portar devono le Aste del Baldacchino, facendosi nel tempo stesso nobile Corona d’intorno all’Arcivescovo dagli altri Signori del Magistrato, dal Comandante della Piazza co’ suoi Militari, e dal resto de’ Signori Consiglieri; onde con questa antichissima, e nobile Funzione, si dimostra il significato della maniera, con cui S. Lorenzo portandosi all’ Accampamento di Totila fù accompagnato dal suo Clero, e dall’antico Senato Sipontino; Essendosi costumato nell’antica Siponto fare annualmente tal Funzione sin dal tempo, che S. Lorenzo, dal Popolo, e per i suoi miracoli, fù acclamato, e dichiarato Santo Protettore di Siponto, e dell’Archidiocesi, come si avviserà a suo luogo, e tempo.

Altra simile Funzione, ed eguale anche nella cerimonia, fù solita farsi nell’antica Siponto, ed anche si è costumata per moltissimi secoli dalla moderna Città, la quale fù il ricevimento, e possesso del nuovo Vescovo, e si costumava riceversi​ alla Porta della Città, dove interveniva il Clero, ed il Magistrato, e quivi ritrovandosi approntato un Cavallo bianco ricoperto alla Reale, dopo vestitosi pontificalmente il Vescovo, vi montava sopra, e sotto del Baldacchino processionalmente era menato per la Città alla Chiesa Cattedrale. Tal’antichissima costumanza, si ha certa notizia, d’essersi dimessa nella moderna Siponto sin dall’anno dell’Era Cristiana 1620, tempo in cui avvenne il funestassimo Eccidio memorabile de’ Maomettani; essendo anche certissimo, che per dissaventura andarono a dimettersi quasi tutte le nobili usanze degli antichi Sipontini, che anche si costumavano fare nella moderna città.

Quanto da me si è avvisato di sopra, narrandosi l’assedio posto da Totila alla Città di Siponto con tutto il proseguimento de’ fatti della Storia insino all’ultima narrazione da me trascritta, leggesi nell’antico Ms. Sipontino, e nell’Istoria​ dell’Anciulli ricavato dagli antichi Annali Sipontini. Consimile relazione leggesi parimente nell’antico Breviario della Chiesa di Siponto, e propriamente nell’Uffizio di S.Lorenzo X Vescovo Sipontino, che la medesima Chiesa canta annualmente nel dì 7 di Febrajo; Siccome l’egual relazione ne scrisse per anche il Cavalieri nel suo Dialogo, l’arcivescovo Ugone nel suo Voluminoso Memoriale,​ e nelle sue Miscellanee il dottissimo Perrotto, e presso molti Scrittori della nostra Puglia, e della Peucezia. Ne’ la predetta narrazione può mettersi in dubbio, mentre​ a chi è versato nelle antiche Storie della nostra Italia, non sarà leggere cosa di nuovo; poiché in tutte quasi le antiche Città vi sono registrati avvenimenti consimili. La cerimonia, da me avvisata di sopra, solita a farsi al Vescovo Sipontino nell’atto del Possesso, fù veramente introdotta nell’antica Siponto dopo la morte del S.Vescovo Lorenzo; ma in altri luoghi della nostra Italia si costumava soltanto a’ que’ Vescovi, che erano Padroni della Città, o che godevano grande autorità nelle antiche Repubbliche, ma poi tolto lo stato di tante Repubbliche, restò per uso inveterato cotal cerimonia. Contesto di​ quanto si è avvisato è l’Annalista Italiano, il quale scrisse, che questa cerimonia nondi-meno vien ritenuta in Milano dalla nobil Casa de’ Gonfalonieri. Imperciocchè quando con solennità il nuovo Arcivescovo è introdotto in quella Città coll’accompagnamento del Clero, de’ Magistrati, e dle Popolo, tutti gli Uomini di quella Famiglia per singolar privilegio assistono alla sua Persona; cioè i medesimi tutti vestiti di rosso, tanto Secolari, che Ecclesiastici, una parte tiene la biglia del cavallo, altri portano le aste del Baldacchino, ed i restanti vanno avanti al Baldacchino. Onde il mio Leggitore restatesi nella sua pace, e non pensa di mettere in dubio quanto di sopra da me si è riferito.

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Redazione

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