Storia

New York, New York: Antonia Bottalico e Michele Vitulano furono i primi due migranti manfredoniani ad Ellis Island

(di Maria Teresa Valente ✍️)

Si chiamavano Antonia Bottalico e Michele Vitulano i primi due manfredoniani che nel 1899, dopo una lunga traversata sull’oceano, salpati dal porto di Napoli a bordo della nave ‘Archimede’, giunsero nel nuovo centro di accoglienza di Ellis Island a New York. Antonia e Michele, marito e moglie entrambi 38enni, approdarono negli Stati Uniti per ricongiungersi al cugino di lui, Lorenzo Vitulano, giunto in America quasi trent’anni prima.

Chissà l’emozione dei due sipontini quando, dopo un’interminabile traversata, carichi di sogni e speranze, si trovarono dinanzi la Statua della Libertà, il simbolo americano per eccellenza inaugurato poco tempo prima. E chissà se poi sono riusciti a realizzarli quei sogni!

La traversata oceanica era durissima ed erano in molti coloro che morivano durante il viaggio, mentre quelli che sopravvivevano venivano esaminati scrupolosamente dalle autorità sanitarie: si temeva, infatti, che gli italiani portassero malattie, come il tracoma (un’infezione degli occhi che rende ciechi). Chi non superava gli esami veniva contrassegnato sulla schiena con un gessetto e sottoposto ad ulteriori accertamenti. Una croce in caso di sospetti problemi mentali, altri simboli o lettere per disturbi quali ernia, congiuntivite, patologie al cuore, ai polmoni o anche per una semplice gravidanza. Una volta superato l’umiliante filtro dell’ufficio immigrazione, iniziava la sfida per l’integrazione. Tanti, infatti, erano i pregiudizi nei confronti degli italiani, come quelli che fossero sporchi, violenti e che accontentandosi di salari eccessivamente bassi ‘rubavano’ lavoro agli americani.

Tra il 1892 e il 1954 (anno della sua chiusura), furono 869 i migranti originari di Manfredonia che lasciarono le loro piccole case in riva al golfo e giunsero ad Ellis Island al cospetto di maestosi e stupefacenti grattacieli.

Nelle schede dei passeggeri sbarcati, consultabili virtualmente sul sito di Ellis Island, ci sono tra gli altri: Antonio Di Tullo, Raffaele Guerra, Michele Prencipe, Matteo Damiano, Francesco Del Vecchio, Antonio Guerra, Rosa Castigliego, Giuseppe Mazzone, Michele Mele, Francesco Murgo, Matteo Guerra, Domenico Virgilio, Michele Attanasio, Francesco Ognissanti, Giuseppe Palumbo. Chissà quanti manfredoniani di oggi vi trovano degli omonimi!

Tra i vari nomi trovo anche un Lorenzo Valente che scopro essere figlio dei miei trisnonni Gennaro Valente e Mattia Paglione, che ebbero ben quindici figli! Grazie ad internet ho potuto seguire un po’ della sua storia: giunse in America nel 1903 a 26 anni, si affermò come musicista, mise su famiglia e morì nel 1965 all’età di 88 anni. Lorenzo non tornò mai più a Manfredonia né in Italia, ma di sicuro portò le sue origini sempre nel cuore e l’unico modo che ebbe di potersi ricongiungere con la sua patria, fu quella di essere sepolto in un cimitero italiano di Los Angeles, dove attualmente riposano le sue spoglie.

Oggi Ellis Island è diventata un enorme Museo sull’emigrazione le cui sale sono piene degli oggetti, ma anche dei sospiri e delle lacrime di chi ha trasportato insieme a valigie e bauli la propria esistenza nella speranza di una nuova vita. Tra loro… quasi mille manfredoniani!

Maria Teresa Valente

Centro Commerciale Gargano
Promo UnipolSai ilSipontino.net
Gelsomino Ceramiche
Promo Manfredi Ricevimenti

Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

Articoli correlati