Storia

La storia di Angelina la prostituta e la sopravvivenza alla guerra

ERA il tempo degli spari e delle esplosioni eseguite su Foggia e sulla sua provincia. Manfredonia una caotica cittadina assediata; polverosa e rumorosa, silenziosa e deserta, spaventata e abbacchiata subiva la prepotenza della pattuglia tedesca, che presidiava e controllava l’attività paesana soprattutto la panetteria che era luogo di sopravvivenza. Erano armati di mitra e controllavano all’uscita ogni minimo movimento e chiunque!

Praticamente al setaccio,senza farsi sfuggire niente. Pasquarella lavorava ,per portare un po’ di pasta di pane a casa ,ma era assai dura a passare quella porta senza essere scoperta . Così per farla franca aveva escogitato una cosa deliziosa! Prendeva la pasta e la stendeva intorno alla vita e giù sui fianchi fino praticamente lungo le natiche! In modo che quando i tedeschi la toccavano le sue forme sembravano ben rotondi in carne, di donna. Cosa toccava fare per sfamarsi, per mangiare un pezzo di pagnotta!

Mentre Angelina, nel frattempo se ne stava tutto il giorno a passeggiare il corso della città, con un tailleur grigio e una borsetta marrone,con una parlantina napoletana e mezza locale del luogo qui dove viveva;la sua terra di origine era la Campania. La vedevano sempre in giro ! A dire il vero perché era una prostituta. Qualcuno l’aveva soprannominata “Angelina gambe storte” ! Ma anche per via dell’andatura ! Anche con la pioggia lei era in strada, sotto un balcone riparata ,davanti a una casa di fronte a una chiesa ,mentre un passero volava su un’antenna,lei fumava con lo sguardo in alto lo osservava e aspettava,l’acqua bagnava la sera e dava un profumo di conifera . Angelina ha dormito in un portone e la notte se n’è andata.

Ora è giorno ! Mentre suona la campana del 1945, è fuori da quel posto, mentre incontra uno che la vede le canta una canzone dialettale; faceva così:– Angelina che porti al petto sono tette ma no,saette, Angelina che porti al petto sono tubi dell’acquedotto Scaloria. E lei rideva compiaciuta con la sua borsetta marrone,con la sua canzone che i manfredoniani le avevano scritta con la musica e le parole di un moto di origine.

Di Claudio Castriotta 

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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