Storia

Il manifesto che divenne il simbolo della caduta del muro di Berlino nacque a Siponto

Il 9 novembre è una data importante, poiché ricorre l’anniversario della caduta del muro di Berlino, una barriera fisica e politica che divise la città tedesca dal 1961 al 1989, durante gli anni della Guerra Fredda. Costruito per separare la parte Ovest di Berlino, controllata dalle forze americane, francesi e britanniche, dalla parte Est, controllata dai sovietici, la cinta muraria per 28 anni divise in due non solo una città, ma il mondo intero.

La caduta del muro fu quindi un avvenimento importante e non solo per la Germania, tanto che ad esempio il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”.

C’è un dettaglio di non poca importanza che unisce l’Italia ed in particolare Siponto a quel 9 novembre 1989. Era il 1981 quando Giacomo Vascello, foggiano classe 1933, fece amicizia con Wolfgang Lettl, l’artista surrealista tedesco che amava trascorrere le sue vacanze a Manfredonia. “Ho conosciuto Lettl e la sua gentile signora a Siponto, a casa della famiglia Di Lauro, in un giorno d’estate. Trascorrevamo amabilmente il tempo pranzando insieme, ma anche parlando di cultura”, mi ha raccontato pochi anni fa.

All’epoca, Vascello, due lauree, di cui una in Scienze Politiche, era dirigente del personale della ex USL di Foggia (odierna ASL). La sua preparazione, la sua etica, le sue idee ed il modo deciso ma garbato di esporle, ispirarono Lettl che a sua insaputa ritrasse il funzionario in un quadro a cui diede il titolo di “Aufforderung zum Staatsstreich” (Orsù avanti con lo Stato). Il quadro simboleggiava la solennità ed il potere dello Stato ritraendo un autorevole funzionario, che aveva appunto il volto di Giacomo Vascello, seduto dignitosamente in una poltrona nella posa di fissare con gravità l’interlocutore dall’alto di due teste (lo Stato bicefalo a cui nulla sfugge) e tre occhi.

Passarono gli anni ed arrivò il 1989. Era nell’aria quella grande svolta che tutti attendevano e il quadro di Lettl, per un gioco del destino, fu scelto per rappresentare uno Stato che finalmente si riunificava (evento che il quadro dipinto nel 1981 sembra quasi aver predetto), con la voglia di andare avanti e di cambiare, rimettendo finalmente insieme i cocci di destini infranti. In occasione della caduta del muro, i festeggiamenti si unirono ad una propaganda elettorale senza precedenti ed ogni angolo della Germania venne tappezzato con i manifesti del quadro e, centinaia di migliaia di cartoline che riproducevano l’opera, girarono per le mani di milioni di tedeschi.

Giacomino Vascello, sapeva sì in cuor suo di essere un buon funzionario, ma mai avrebbe potuto immaginare di divenirne il simbolo e nientedimeno in un’intera nazione che si apprestava ad una svolta politica e civile: la Germania.

Un bel giorno, Lettl in persona lo chiamò e Vascello da un momento all’altro scoprì di essere il protagonista simbolico della caduta del muro, un avvenimento importantissimo per il mondo intero di cui aveva sentito parlare ai tg, senza sapere quanto da vicino lo avesse coinvolto.

Ecco dunque che quella conoscenza nata a Siponto tra un bicchiere di vino, un pranzo e buona musica portò alla nascita di un’opera, oggi custodita presso il Museo di Augsburg, dal grandissimo significato simbolico per la Germania e per la storia contemporanea.

Giacomo Vascello ha sempre parlato di questa incredibile storia con vivo entusiasmo e tanta soddisfazione. Un orgoglio che sentiamo di condividere, perché è una storia nata nella nostra terra di Capitanata, spesso additata per inefficienze, criminalità e problemi di ogni sorta, ma che invece è ancora capace di regalarci emozioni e quella voglia di riscatto, abbattendo muri e pregiudizi, proprio come quel 9 novembre 1989, così lontano, eppure così incredibilmente a noi vicino.

Maria Teresa Valente

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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