I sindaci di 7 città non mollano: “Trascriveremo certificati di figli delle coppie gay”

Una vera e propria battaglia politica rischia di consumarsi fra i sindaci (e le loro città) e il Governo di Giorgia Meloni. Il contendere è lo stop imposto alle registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali. Dopo la manifestazione di qualche giorno fa a Milano, i sindaci di Roma (Gualtieri), di Milano (Sala), di Napoli (Manfredi), di Torino (Lorusso), di Bologna (Lepore), di Firenze (Nardella) e di Bari (Decaro) sono pronti a continuare a trascrivere i figli delle coppie LGBT+.

La decisione, in netta opposizione con tutto il governo di Giorgia Meloni e con le opinioni del Ministro Roccella, i sindaci opereranno nell’interesse dei minori. “L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell’assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell’Unione Europea. Per questo consideriamo fondamentale contrastare ogni discriminazione e garantire pienamente i diritti delle coppie omogenitoriali, e sentiamo forte la necessità di azioni comuni che vogliamo condividere con i Sindaci di ogni orientamento politico”, annunciano i primi sette sindaci a aderire alla decisione. 

Secondo i sette sindaci, i principi di uguaglianza devono guidare il legislatore verso alcuni passi di progresso come il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. “Nell’attesa di una legge, noi sindaci ribadiamo la volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge. Sulle trascrizioni riteniamo, infatti, che l’indirizzo della giurisprudenza sia già molto chiaro in Italia e in Europa”.