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Decaro sceglie e sprona i sindaci: “Alla guida del Pd ora serve un amministratore. I sindaci stiano con Bonaccini”

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Dopo la sconfitta del 25 settembre, che ha portato a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni, per il PD è ancora cocente. Dopo alcuni mesi da quella sconfitta il partito guidato provvisoriamente da Enrico Letta è pronto per le primarie che sceglieranno il nuovo segretario, la nuova segreteria e, molto probabilmente, la nuova natura del Partito Democratico. 

In attesa di scoprire chi sarà ufficialmente nella partita, da qualche giorno il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha ufficializzato la sua corsa per conquistare lo scranno più alto del Pd. Oggi, su Repubblica, a sostenere la leadership di Bonaccini ci ha pensato Antonio Decaro, presidente dell’ANCI e Sindaco di Bari. Per il sindaco più amato d’Italia, al Pd serve un amministratore, qualcuno vicino alle esigenze dei cittadini. 

Per Decaro, i sindaci del Pd “devono fare sintesi e convergere tutti su un amministratore locale, non ha senso che il fronte si divida. Sono settimane che sto provando a convincere i tre di noi scesi più o meno in campo – Stefano Bonaccini, Dario Nardella e Matteo Ricci – a unire le forze per dare maggiore vigore alla nostra battaglia. È ora che sia un governatore o un primo cittadino a prendere le redini del Pd: c’è una classe dirigente nata e cresciuta nei territori che ha già dimostrato di saper battere le destre, che guida da anni regioni e comuni, dove si vince, al contrario, di quanto accade alle elezioni politiche”. 

Puntare su Bonaccini, ad esempio, per Decaro sarebbe utile per diminuire il peso delle correnti all’interno del partito. “Ufficialmente, a oggi, è candidato solo Bonaccini, ma sono validi tutti e tre. Perciò dico che non c’è un minuto da perdere: è una fase delicata per la vita del partito, se tutti gli amministratori si unissero intorno a uno si potrebbe fare ciò che doveva essere fatto già tempo fa, ossia azzerare le correnti. Ormai sono diventate uno strumento per ottenere al congresso una percentuale da far valere in Direzione per strappare quote di candidati eleggibili in Parlamento”.

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