Attualità Capitanata

I 100 anni del grande Alberto Sordi: quando venne a Manfredonia nel 1997

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Oggi si ricordano i 100 anni dalla nascita di uno dei pilastri del cinema italiano, Alberto Sordi. Forse non tutti sanno che l’Albertone nazionale venne a Manfredonia per ben due volte: agli inizi della sua carriera, durante una tournée teatrale, e nel 1997, in occasione della manifestazione ‘Miss Gargano – Bellezza Mediterranea’.

Quel 17 agosto 1997, durante la conferenza stampa presso l’ex Hotel Gargano, io c’ero, ed è stata una delle esperienze giornalistiche più belle, simpatiche ed indimenticabili che ricordo.

Avevo compiuto 20 anni da qualche giorno e quando seppi che sarebbe venuto a Manfredonia l’attore protagonista dei film che più amavo e che decine di volte avevo guardato con i miei genitori, provai timidamente a chiedere se potevo partecipare alla conferenza stampa. Ero alle prime armi come giornalista e quando entrai nella sala conferenze, pensai bene di guadagnare un posto in prima fila per poter vedere Sordi da vicino, perché di sicuro non avrei potuto fargli alcuna domanda.

A 78 anni, il leggendario Alberto Sordi stava per iniziare le riprese di quello che sarebbe stato il suo ultimo film, il 191esimo. L’annuncio lo diede in anteprima proprio durante quella conferenza, svelando che il nome sarebbe stato ‘Lezioni di tango’ e avrebbe raccontato la storia di un uomo anziano, ma vitale, con una forte personalità ed invaghito di una donna molto più giovane di lui. Quella donna era Valeria Marini ed il film  uscì l’anno seguente nelle sale col titolo di Incontri Proibiti.

Dotato di grande senso dell’umorismo, Sordi in quella piccola sala mise tutti a proprio agio con un solo cruccio: scoprire che il teatro in cui si esibì in gioventù a Manfredonia, ormai non esisteva più. Poi, con modestia e semplicità, raccontò diversi aneddoti sulla sua lunga carriera da attore. “La maestra di recitazione che avevo a quindici anni, dopo una settimana di lezione voleva mandarmi a casa dicendo che come attore non avevo nessuna speranza – ci confessò, mentre noi giornalisti lo ascoltavamo rapiti – Non avevo la voce giusta, priva di inflessioni dialettali. Continuavo a dire ‘fero’ anziché ferro, per esempio, recitando con un forte accento romanesco”. Ma a dispetto del giudizio forse troppo frettoloso di quell’insegnante, il grande Alberto Sordi ha regalato a diverse generazioni film bellissimi, portando in scena l’uomo italiano con i suoi vizi e virtù, e regalando a ciascuno di noi un po’ di allegra spensieratezza, insieme a momenti di grande riflessione.

Durante la conferenza stampa, la domanda me la chiese a sorpresa proprio Sordi ed io (che fortunatamente me l’ero preparata, per ogni evenienza), gliela feci con timidezza, sapendo di trovarmi al cospetto di un grande uomo. Sul mio imbarazzo ci scherzò, facendo sorridere i presenti ed aiutandomi a rompere il ghiaccio, regalandomi così uno dei ricordi più belli.

Quella stessa sera in largo Diomede, grazie al patron dell’evento ed organizzatore della manifestazione, l’indimenticato Italo Caratù, Alberto Sordi venne insignito dall’avvocato Antonio Pandiscia, che lo aveva accompagnato anche a pregare da Padre Pio, del premio alla cultura Baccante, ed in quella occasione, parlando ai presenti, sottolineò una delle sue più grandi ed apprezzate virtù: somigliare alla gente.

di Maria Teresa Valente

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