Storia

Fine anni ’50: il preziosissimo Largo Diomede

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GUARDO il Largo Diomede – Manfredonia attraverso un’immagine mistica tra cielo e mare, di terra polverosa con avvallamenti – colta nell’aria molto unica e poco gelida ,dell’inverno in un pomeriggio di silenzio,osservo attentamente le nuvole di grazie di una rinascita tutt’uno alla superficie dell’acqua stesa come un’anima colma di tranquillità come una giornata di una serena stanchezza buona. Questo chiarisce che la nostra città sotto le onde è viva, e porta su tutta la sua energia di sopravvivenza a voler far continuare la sua storia in una “parola” che sia la nostra. Luogo importante tra lavori e mestieri e vita di tutti i giorni . Nella foto appare l’autobus di linea – delle famiglie Palumbo – Fusilli tratta per Zapponeta , parcheggiata nel piazzale … In estate portava i turisti in spiaggia – quando da ogni parte arrivavano nel nostro territorio.

Io ancora non potevo vedere questa meraviglia non ero ancora nato in quel sonnacchioso via vai… vedevi due che vendevano l’acqua, facevano su e giù per le vie figlio e babbo,mentre era molto importante il venditore di abiti e prodotti anche per l’igiene,magro un po’ alto, con la carretta berciava con una voce strana e un’andatura particolare ,vendeva e chiedeva con movimenti scoordinati sorrideva.

Codesta persona portava con sè tutta la fioritura della gente che accontentava il più possibile ..col suo cappottino striminzito,con una mano sulla carretta e con l’altra fumava e digrignava nella sua instabile salute:qualcuno gli parlava …ma era evidente ch’era un po’ malato. aveva anche in metallo piccoli recipienti per versare l’olio sul pane…il benedetto che dava sostanza e facoltà all’organismo.

Contava la sua presenza tutti i giorni specialmente nella zona di Monticchio,fino giù alla via del mare del Largo Diomede, proprio di fronte alla rigogliosa sorgente, col suo sorriso stonato. In brevi tratti seduto al gradino di marmo di un portone a riposarsi.. e continuando a fumare una sigaretta di carta bianca: mentre il gelo saliva sempre più nel cielo nuvoloso e bianco minaccioso di nevicate, se ne stava con lo sguardo all’aria di un vento di rinnovo, che respirava in attesa del pranzo:pian piano il paese – iniziava a diventare classico del nostro profumo particolare di timo che inebriava il pomeriggio quasi di un canto di speranza.

Di Claudio Castriotta

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