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Corteo studentesco e Arsenico40: la memoria è nelle strade

Cala il sipario: con il dibattito organizzato oggi 30 Settembre da parte di Legambiente, termina la kermesse di eventi denominata #Arsenico40; sono stati giorni intensi, in cui alle iniziative proposte dal Comune di Manfredonia e a dal Coordinamento cittadino Ambiente, Salute, Lavoro che ha seguito la ricerca epidemiologica partecipata sullo stato di salute dei cittadini di Manfredonia in seguito allo scoppio della colonnina di arsenico del 1976, si è unita l’ennesima manifestazione studentesca organizzata dalla scuole superiori di Manfredonia, per commemorare la tragedia di quaranta anni fa e per legare il processo di ricostruzione della memoria collettiva e della consapevolezza storica con la nuova minaccia di colonizzazione industriale che siamo chiamati a combattere: Energas.

Ci sembra, doveroso, elaborare una analisi su quanto è successo in questi giorni, perché le istanze lanciate dal corteo studentesco e da Arsenico40 devono avere vita lunga, e non spegnersi con le insegne e le passerelle istituzionali legate all’evento stesso; occorre discutere da domani sulle modalità per proseguire in questo percorso che la città finalmente ha scelto di imboccare.

 

Arsenico40 ha avuto indiscutibilmente un valore, l’impegno dei coordinatori è stato encomiabile. La partecipazione dei ricercatori dello studio epidemiologico ha fornito elementi di garanzia ed affidabilità enormi e durante la rassegna sono stati tanti e molto interessanti gli interventi atti a approfondire le dinamiche che hanno condizionato e ancora condizionano il nostro tessuto sociale.

E’ stato importante arsenico 40 perchè ha fatto riemergere la dolorosa storia della città attraverso la memoria dei suoi protagonisti, ancora appassionati e combattivi.

 

Una occasione di formazione preziosa ma che purtroppo anche questa volta ha visto la città rispondere in maniera blanda e distaccata. Anche in questa  occasione si è avuta la tediosa sensazione di far parte di una “minoranza interessata”, una comunità di persone già sufficientemente informata sui fatti e che partecipa in nome del suo impegno civile piuttosto che per reale necessità di scoprire e condividere storie che tendono ad essere dimenticate. Tutto sommato unarassegna troppo istituzionale e divulgativa per scalfire lo spesso muro di indifferenza, per superare l’ostacolo rappresentato dal fenomeno della rimozione.
Siamo ancora fermamente convinti che i percorsi per giungere ad una consapevolezza collettiva siano ben altri.Al tentativo di “istituzionalizzare” la lotta va risposto con le capacità e le dinamiche auto-organizzative e autogestite del conflitto, all’interno del quale il corteo  del 24 Settembre assume una prospettiva nuova: è la lotta cittadina allargata e partecipata l’unico strumento per ricordare il passato, lottare nel presente per preservare il futuro.

“La memoria è nelle strade” non è solo uno slogan. La memoria e le nuove sfide contro la colonizzazione industriale appartengono ai cittadini, più che alle istituzioni, più che agli eventi da essi organizzati.  Sono loro i veri testimoni di quanto è successo,

Le nuove generazioni devono essere gli interlocutori principali.  Abbastanza “porosi” e capaci di assorbire

le informazioni sulla propria terra e sul proprio contesto sociale con l’indipendenza di chi non si è ancora piegato a quelle logiche di connivenza e rassegnazione che depotenziano le nostre comunità e le rendono disponibili allo scempio e alla devastazione della terra e delle vite.

 

 

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Redazione

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