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Al Bari Pride in diecimila. Decaro: “Qui come uomo, cittadino e sindaco per i diritti di tutti”

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Più di diecimila persone ieri hanno animato il Bari Pride 2023, la parata che sensibilizza la cittadinanza sui diritti della comunità LGBT+. A vent’anni dalla prima edizione barese del Pride, il corteo si è confermato una vera e consolidata occasione di incontro della città tollerante e democratica. Il corteo, che ha viaggiato all’interno della città, si è fermato simbolicamente davanti alla Prefettura, che rappresenta il Governo, intonando “Bella Ciao” per manifestare la propria contrarietà agli attacchi dell’esecutivo di Giorgia Meloni nei confronti delle famiglie omogenitoriali. 

Al corteo ha partecipato, come sempre, il sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Quest’anno celebriamo i 20 anni del Pride Pugliese. Dal 2003 ad oggi il Pride attraversa le città di questa città e di questo noi siamo molto orgogliosi. In questi vent’anni per fortuna sono cambiate tante cose, a Bari come nel resto del Paese ma la strada dei diritti è ancora lunga. Esssere qui oggi per me significa testimoniare la mia volontà come uomo, come cittadino e come sindaco di voler percorrere questa strada insieme a tutte le associazioni, i movimenti, le persone che chiedono soltanto di vedere riconosciuti quei diritti legittimi che hanno tutti i cittadini, indipendentemente dalla persone che si ama o dal genere in cui si riconosce”. 

Madrina del Pride barese è stata Bruna, la donna trans picchiata qualche settimane fa dalla polizia municipale di Milano. “Non potrà essere a Bari perché il mio passaporto non è ancora arrivato ma sono molto contenta e vi ringrazio di cuore. In questo periodo ho sofferto molto ma mi sto riprendendo”, ha detto la donna in un video dedicato alla piazza barese. 

L’organizzazione ha spiegato il perché dell’invito simbolico a Bruna. “Non vogliamo madrine patinate, che rivelano ignoranza e posizioni retrive sui nostri diritti. Non ci servono popstars per renderci conto del baratro a cui siamo prossima. Serve una presa di coscienza urgente delle violenze che Bruna rappresenta, sulla sua pelle. E su una denuncia sporta per tortura aggravata. Bruna per noi rappresenta tutta la strada che c’è ancora da fare. E nominarla madrina onoraria è l’abbraccio di una comunità alle stigmatizzazioni con l’odore della strada, lontano da ogni commerciabilità delle nostre istanze”.

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