Salute e Benessere

Trattenimento in servizio negato: il Ministero della Salute da ragione al dott. Luigi Urbano 

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Trattenimento in servizio negato: il Ministero della Salute da ragione al dott. Luigi Urbano 

Il Ministero della Salute ha dato ragione al dott. Luigi Urbano, il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl Foggia fino al 30 giugno scorso, al quale è stata negata la possibilità del trattenimento in servizio fino al 70esimo anno di età, nonostante il dirigente medico originario di Rignano Garganico, ne avesse fatto regolare richiesta rivendicando il diritto, legittimo, di proseguire fino al 1° marzo 2025.  Tuttavia, il 16 febbraio 2023, acquisito il parere del direttore dell’area gestione ‘Risorse Umane’ – secondo il quale i medici veterinari non rientrano nella lista dei sanitari ai quali sarebbe stato consentito, fino al 31 dicembre 2022, di presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del quarantesimo anno di servizio effettivo, fino al settantesimo anno di età – il direttore generale della Asl Foggia, Antonio Nigri, aveva annullato la delibera del 21 settembre 2022, collocando il dott. Urbano a riposo per superamento del limite di anni di servizio, a far data dal 1° luglio 2023. Da allora il dirigente medico 68enne ha avviato una battaglia legale sostenendo che la normativa collocasse anche i medici veterinari nella dirigenza sanitaria ed evidenziando il qui pro quo generato dalla confusione del termine per la presentazione della domanda con quello ultimo per la proroga del pensionamento (con riferimento alla circolare regionale del 25 gennaio).

Sulla questione, il 12 maggio, il Ministero della Salute aveva scritto alla Regione Puglia così: “…i dirigenti medici e sanitari del Servizio nazionale sanitario, nonché i dirigenti di cui all’art. 17, comma 1, della Legge 11 gennaio 2028, n. 4, fino al 31 dicembre possono presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del quarantesimo anno di servizio effettivo, comunque non oltre il settantesimo anno di età”. Attraverso i suoi legali il dott. Urbano aveva chiesto l’istanza di revoca in autotutela della deliberazione del 16 febbraio, perché, la permanenza in servizio oltre il quarantesimo anno di servizio, si giustificherebbe anche solo “al fine di assicurare un efficace assolvimento dei compiti primari di tutela della salute affidati al Ministero della Salute, di garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”.  Il suo legale, l’avv. Angelo Masucci, era stato chiaro: “Possono presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del quarantesimo anno di servizio, i dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale”. In buona sostanza, “non vi è dubbio che il dirigente veterinario sia un dirigente sanitario e tanto proprio in forza dell’art. 2 del D.p.r. 761/1979”. Inoltre, aveva spiegato l’avv. Masucci, la circolare regionale richiamata non sarebbe stata applicata in ambito regionale a nessun altro dirigente, “benché già all’attualità in condizioni di incompatibilità per essere il superamento dell’età già avvenuto a differenza del dott. Urbano che al momento non verte in tale condizione”.

Gli avvocati avevano richiamato l’arresto giurisprudenziale di cui alla Sentenza del Giudice del Lavoro di Bari n. 7846/2021, che su tale principio aveva visto l’Asl di Bari soccombente. I legali di Urbano avevano evidenziato come il Contratto Collettivo Nazionale quadro per la definizione di compiti delle aree di contrattazione collettiva del 13 luglio 2016, all’art. 7 definisse i veterinari dirigenti dell’area sanitaria. Anche su questo punto il Ministero della Salute ha dato ragione al dott. Luigi Urbano. 

Il parere porta la firma del direttore generale del Personale, dott. Giuseppe Celotto: “Con particolare riguardo ai dirigenti sanitari del Ministero della salute, si osserva, come peraltro già evidenziato dalla S.V., che la legge 2018, n. 3, ha collocato tali figure professionali in un ruolo unico, nel cui alveo, alla luce del rinvio all’articolo 18, comma 8, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, sono da annoverare anche i medici veterinari. Pertanto, dal combinato disposto delle menzionate normative, consegue l’applicabilità della normativa in materia di trattenimento in servizio oltre il limite di età di che trattasi anche a favore dei dirigenti veterinari inquadrati nel ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della Salute. A conferma di quanto rilevato, si evidenzia che la scrivente Amministrazione ha provveduto a recepire le disposizioni in esame mediante l’adozione di un apposito atto di indirizzo del Ministro della salute che ha stabilito i criteri datoriali e le modalità applicative per il trattenimento in servizio dei dirigenti del ruolo sanitario. In particolare, la disciplina interna ha previsto che i dirigenti del ruolo sanitario per i quali fosse previsto il collocamento a riposo entro il 31 dicembre 2023 potessero presentare la domanda di trattenimento in servizio fino al termine espressamente indicato nella disposizione di legge sopra richiamata (31 dicembre 2022) sulla base di motivate esigenze di servizio rappresentate, con una dettagliata relazione, dal responsabile della struttura dirigenziale generale di appartenenza e ferma restando la facoltà per l’amministrazione di revocare il provvedimento di trattenimento eventualmente adottato in caso di modifiche organizzative o situazioni sopravvenute”.

Pertanto il dott. Luigi Urbano evidenzia “l’illegittimità” dell’ordinanza regionale che sarebbe stata applicata solamente nei suo confronti, “al solo scopo di revocare il mio trattenimento in servizio” rimarca.  Inoltre, il dirigente medico ha contestato la scelta del direttore generale della Asl Fg, Antonio Nigri, di espletare (9 giugno 2023), un bando per l’assegnazione della direzione generale del dipartimento di Prevenzione – per quattro mesi e 15 giorni – nonostante il ricorso in atto e nonostante Giovanni Iannucci ricopra il ruolo proprio grazie al beneficio del trattenimento in servizio oltre il quarantesimo anno (fino al 30 novembre). Da quella data e per i successivi tre anni, subentrerà alla guida del Dipartimento di Prevenzione il dott. Michele Fernando Panunzio, direttore della Struttura Complessa di Igiene degli Alimenti e Nutrizione. “Cosa mai vista in un bando pubblico che dovrebbe seguire delle regole ben precise” afferma Urbano.

Ad ogni buon conto l’ex dirigente medico confida che con il parere del Ministero della Salute “qualcuno intervenga per ristabilire la legittimità e la giustizia, non perché lo scrivente vuole il posto che gli spetterebbe di diritto, ma per una battaglia di giustizia”. Il dispiacere di Urbano è più grande quando evidenzia come alcuni suoi progetti, a suo dire, siano stati ostacolati o deliberatamente interrotti: “La mia rabbia più grande è quella di non poter continuare ad aiutare le categorie fragili con un mio progetto sugli interventi assistiti con gli animali, che ha dato centinaia e centinaia di risultati quasi miracolosi. Siamo stati i primi in Italia come Asl, anche quando non c’era ancora la legge nazionale”. Un altro riferimento è all’antibioticoresistenza che non tutti sanno determina circa 10mila morti l’anno perché gli antibiotici non funzionano più. “Sotto la mia guida il dipartimento di prevenzione ha costruito un tavolo tecnico con l’Ordine dei medici, con l’Arpa, con l’Università di Foggia, con l’Istituto Zooprofilattico. Era stata a tal proposito già avviata una campagna di sensibilizzazione e divulgazione scientifica. Questo progetto avrebbe consentito di affrontare la problematica secondo l’ottica della ‘One Health’, ponendo un focus sui rischi in ambito veterinario. L’utilizzo non corretto degli antibiotici in medicina veterinaria, oltre a comportare un aumento del potenziale rischio sanitario per gli allevatori, può essere responsabile della riduzione sia dell’efficienza degli allevamenti sia della sicurezza delle produzioni. Se da un lato, infatti, sono già noti il rischio di contaminazione ambientale, dovuto alla presenza di germi resistenti nelle deiezioni degli animali trattati, e il rischio diretto per veterinari, allevatori e addetti ai lavori di acquisire resistenza agli antibiotici attraverso l’esposizione protratta o ripetuta a essi (ad esempio, attraverso la preparazione di mangimi medicati), dall’altro, l’impatto che l’impiego di antimicrobici nel settore zootecnico ha sul rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo, in particolare attraverso il consumo di alimenti di origine animale. Dunque, il progetto aveva come fine ultimo il controllo pedissequo proprio degli alimenti di origine animale attraverso, anche, dei piani di campionamenti mirati”. E ancora, un’altra progettualità cara al dott. Urbano, presentato il 22 dicembre 2022 a Manfredonia, riguarda la correlazione ambiente e cancro e il ruolo degli animali sentinella. “I più recenti studi volti a definire gli aspetti istopatologici, genetici e molecolari delle neoplasie spontanee degli animali e le ricerche relative alla comprensione delle relazioni tra tali aspetti e le problematiche diagnostiche e terapeutiche, continuano a dimostrare analogie biologiche con i corrispondenti tumori umani; inoltre, poiché gli animali da compagnia condividono lo stesso ambiente dell’uomo, vivono mediamente meno e hanno un minore tempo di latenza per molte patologie legate all’inquinamento ambientale, possono costituire un indicatore ‘sentinella’ di possibili futuri problemi sanitari umani. Ciò avrebbe dunque consentito al dipartimento di prevenzione Asl Foggia successivamente, di istituire un vero e proprio Registro tumori degli animali da compagnia, volto alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi alle patologie neoplastiche negli animali presenti sul territorio, non solo per avere un unico strumento di raccolta informatizzata che avrebbe messo a disposizione numeri e dati aggiornati, ai fini della prevenzione e della ricerca, ma anche per verificare, un possibile confronto con il “Registro Tumori” degli esseri umani”.

Infine per fugare ogni dubbio l’ex direttore del dipartimento di Prevenzione, conclude: “Per quanti possano pensare che io sia attaccato alla poltrona, la mia è una battaglia di giustizia. Mi piace pensare che i cittadini possano associare la mia lunga carriera alla guida del dipartimento alla totale disponibilità e alle progettualità innovative. La mia è stata una missione”.


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